Un volume d’affari da 1,2 miliardi di euro è quello generato, sommando il fatturato del consumo più l’indotto, dalla Mozzarella di bufala campana dop. Il dato è stato reso noto in un incontro alla Borsa italiana a Milano ed emerge dallo studio sul valore di questo prodotto, che il Consorzio per la tutela del formaggio Mozzarella di bufala campana ha affidato a Svimez, presentato dal direttore dell’associazione, Luca Bianchi, con il presidente del Consorzio, Domenico Raimondo e il direttore Pier Maria Saccani.
Il fatturato 2017 è stato di 577 milioni, con una media di 9,3 milioni per impresa, e ogni euro di fatturato dai soci del Consorzio ne crea 2,1 nel sistema economico locale. La filiera dà lavoro a 11.200 persone, cioè l’1,5% dell’occupazione nelle province di Caserta e di Salerno, in 90 aziende, che incidono per l’1,4% sul Pil totale delle due province. Analizzando i bilanci di 62 aziende (pari circa al 90% del fatturato di settore), Svimez ha verificato “una redditività da settore premium”.
Il livello medio del margine d’impresa, calcolato col rapporto del risultato prima delle imposte e il volume del fatturato, è del 6,3%, che diventa il 6,8% al lordo della gestione finanziaria. Il risultato prima delle imposte, analizzando questi bilanci, è risultato di 36,6 milioni, ovvero circa 590.000 euro per impresa. “Il livello degli investimenti – ha aggiunto Bianchi – è del 14,9%, con una quota di interessi passivi a debito pari allo 0,5% del fatturato”.
La vocazione all’export risulta forte: nel 2018 le vendite in Italia del Consorzio sono state il 67,29% e all’estero il 32,75%, soprattutto in Germania, Francia, Gran Bretagna, Usa, Spagna, Svizzera, con un recente incremento nei Paesi Bassi e mercati emergenti quali Ungheria, Bulgaria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ucraina, Romania e Polonia.
Il valore delle esportazioni nel 2017 è risultato di 262 milioni (+9% rispetto al 2016), secondo il ‘Monitor Distretti’ della direzione studi Intesa Sanpaolo di maggio 2018. La produzione, quadruplicata in 25 anni, è passata da 115.000 a 494.000 tonnellate, con una crescita media annua del 6%, ed è concentrata nelle province di Caserta (62% nel 20128), Salerno (30%), meno in Basso Lazio (5%) e a Napoli (2%).