Bagnata dalle profonde acque del Mar Tirreno e confinante con le regioni di Lazio, Molise, Puglia e Basilicata, sorge dunque la Campania. Una regione che, nel corso dei suoi tanti secoli di storia, ha potuto conoscere diverse correnti artistiche, letterarie e linguistiche vista la quantità di popoli che è transitata dai suoi moli e dai suoi confini.
Città simbolo di cultura, tradizione, musica e folklore è infatti Napoli. Una città amata e decantata da grandi della musica, del teatro e del cinema che l’hanno sempre commemorata nelle loro opere oppure resa sempre una parte rilevante delle loro creazioni. Basterebbe infatti pensare a degli autentici “colossi partenopei” come Massimo Troisi, Edoardo De Crescenzo, Antonio de Curtis meglio noto come Totò, Pino Daniele, i fratelli Bennato e così via.
Una città dove pulsano forte più cuori. C’è quello sportivo con i ragazzi dell’asinello che tengono ancora vivo il sogno che fu del compianto Diego Armando Maradona, quello culinario che fa sempre venire l’acquolina in bocca solo al sentir parlare di pizza o friarielli, quello artistico con le tante chiese, i quadri o le sculture (come il “Cristo Velato”) e tanti altri ancora che battono all’unisono.
Uno di questo è senza alcuna ombra di dubbio quello più folkloristico e tradizionale. Del resto, anche se l’uomo ha raggiunto le stelle e le può osservare con i migliori telescopi spaziali (come già detto qui) è altrettanto vero che volge ancora il suo sguardo verso il cielo notturno per interrogarsi sul suo futuro e sulle interpretazione degli eventi tipici del suo quotidiano.
Proprio per questo motivo, oggi, vi parleremo della cosiddetta “Smorfia Napoletana”, una tradizione indissolubilmente legata al significato esoterico ed esistenziale dei numeri come già posto in essere dalla Cabala (vedi Madonna giusto per citare un personaggio famoso).
La “Smorfia Napoletana” consiste dunque in un libro che offre una sua particolare interpretazione del momento legato al sogno. Se Sigmund Freud analizzava i sogni per renderli parte fondamentale della sua procedura di psicoanalisi, tale libro collega gli eventi sognati la notte precedente ai numeri in maniera tale che possano essere giocati al Lotto (oppure anche al casinò online, ma questa scelta spetta al giocatore, anzi al sognatore).
I numeri vanno dunque da 1 a 90 e, se il primo rappresenta l’Italia, tutti gli altri sono “conditi” da espressioni o detti tipici del folklore napoletano e non solo. La paura, ovviamente, è al numero 90 mentre una più colorita riguarda, ad esempio, il numero 71 che indica una persona piuttosto sgradevole e di certo non benvoluta (il cosiddetto ‘omm ‘e mmerda) e così via.
In conclusione vi ricordiamo che la “Smorfia Napoletana” non va assolutamente confusa con la “Cabala Napoletana”. Se la prima riguarda un libro per l’interpretazione dei sogni da collegare alla numerologia, la seconda riguarda invece una specie di antica associazione artistica che intendeva tutelare e far emergere i pittori e gli artisti partenopei rispetto ai connazionali o agli stranieri venuti dall’estero.
Pensate poi che potete vedere la loro impronta ancora oggi all’intero della Cappella di San Gennaro dove si trova un loro mirabolante affresco!