
La vita, la cultura e gli usi di un popolo non passano solo attraverso la storia, l’arte o la cultura aulica. A delineare i contorni di un popolo sono anche i passatempi e i giochi popolari, espressione più pura del carattere di un territorio, del suo sviluppo e anche delle sue dominazioni. Ne è un esempio vivido la Campania, e Napoli in particolare. Capitale della cultura per secoli, centro del Mediterraneo e città simbolo per intere generazioni di una società che ha contribuito a costruire l’identità di un intero territorio. E con essa si è portata dietro le varianti regionali di tanti giochi, che oggi sono entrati nel profondo dell’essere campano e napoletano. Parliamo della Smorfia, e dunque della Tombola, delle carte da gioco, e del Lotto, legato anch’esso alla Smorfia.
La Tombola e la Smorfia
Non c’è Natale senza Tombola, un gioco tipico di questo periodo dell’anno. Ma questo passatempo che da intere generazioni si gioca in famiglia durante le festività invernali fa parte, in maniera totale, della cultura di ogni campano e napoletano. Un gioco molto antico che potrebbe affondare le sue radici addirittura nel sedicesimo secolo. A legare strettamente questo gioco a Napoli è la Smorfia, quell’antica tradizione di associare un numero a un preciso significato, ad un personaggio, ad un’interpretazione di un sogno che dovrebbe poi predire quello che potrebbe accadere nella realtà. Ed in effetti il termine Smorfia si pensa possa derivare da “Morfeo”, l’antico dio greco del sonno. Ma come tutto ciò che è umano non si può dare un solo significato ad un’opera così complessa che deriverebbe anche dall’antica Cabala ebraica. E alla fine la Smorfia e il gioco trovano un unico tetto sotto cui convivere: la Tombola.
Le carte napoletane
Le carte napoletane. Punto. Basterebbe questo per descrivere ogni gioco fatto con le classiche 40 tessere formate dai quattro semi di Denari, Coppe, Bastoni e Spade. Diffusissime in tutta Italia, le più usate per qualsiasi gioco classico ma anche di più recenti come il Sinco, un gioco inventato nemmeno a dirlo da un partenopeo. Per dare una misura della diffusione delle carte napoletane basti pensare che sono di gran lunga le più utilizzate anche nel mondo del gioco su Internet, in particolare nelle app che propongono la Scopa, lo Scopone, la Briscola, il Sette e Mezzo e tanto altro. Si tratta delle carte più frequentemente utilizzate anche se si considerano i siti che replicano l’esperienza delle sale da gioco virtuali. Basti pensare anche alle slot di nuova generazione, quelle digitali cui è possibile giocare usando i migliori bonus casino 2023, in cui ultimamente si sta iniziando a vedere che le carte da poker vengono sostituite proprio dalle napoletane, come in una slot chiamata “Scopa”, il gioco per eccellenza fatto con le carte italiane, per lo più napoletane.
Il gioco del Lotto
Come si diceva la smorfia è strettamente legata anche al gioco del Lotto. È qui che da secoli ogni sogno, ogni avvenimento della vita, ogni attesa, ogni persona incontrata viene trasformato in un numero da giocare in una ricevitoria. Sebbene questa tradizione non sia nata a Napoli ma a Genova. I primi segni di questo gioco si riscontrano intorno al sedicesimo secolo quando il popolo giocava e scommetteva sull’uscita di determinati numeri. Di viaggio in viaggio, negli scambi culturali e commerciali il gioco arrivò a Napoli, ma bisogna aspettare il 1817 prima che questo venga regolamentato con estrazioni a cadenza settimanale, fino alle forme più moderne di estrazione con addirittura tre estrazioni la settimana. Una regolamentazione, all’epoca, resasi necessaria tanto per la popolarità e la diffusione di questo gioco quanto per l’anarchia che vigeva tra i giocatori che svolgevano questa attività senza regole, in maniera illegale e clandestina.