La storia della famiglia Galvin, una viaggio incredibile nella mente umana
“Siamo umani perchè le persone che abbiamo accanto ci rendo tali”
La malattia mentale, continua a spaccare in due il mondo della scienza: la schizofrenia è causata da fattori ambientali o genetici? È questo il grande quesito che Robert Kolker, scrittore statunitense, pone al centro del romanzo Hidden Valley Road, Feltrinelli editore. Una storia di grande impatto – scritta divinamente – quella della famiglia Galvin, raccontata con un taglio giornalistico. Un lavoraccio – in senso positivo – durato anni e giunto al termine solo grazie alla collaborazione corale di specialisti del settore e della famiglia Galvin che lo scrittore ha intervistato ed ascoltato per diversi anni.
La famiglia Galvin prende vita con il matrimonio dei giovanissimi Don e Mimì, il cui rapporto si inclinerà molto presto. Mossi dal desiderio di impersonificare il modello perfetto di famiglia americana, marito e moglie iniziano a procreare figli in fretta, nella convinzione che una nuova vita potesse riempire i loro vuoti e le loro mancanze. Dodici i figli che nasceranno da tale unione, dieci maschi e due femmine, tutti intelligenti e pronti a fare il loro ingresso glorioso nella vita sociale. Una famiglia ammirata e invidiata da tutti, ma ben presto il loro mondo crollerà. I ragazzi cresceranno aggressivi, molesti, le due sorelle subiranno abusi e stupri dagli stessi fratelli. L’onore prima di tutto però, salviamo le apparenze: i Galvin scelgono così di vivere per molto tempo in una bolla di sapone, nell’illusione di avere tutto e di poter tutto risolvere.
Il primo campanello d’allarme arriva dal figlio maggiore Donald, il primo ad ammalarsi di schizofrenia, seguiranno poi altri 5 fratelli. I Galvin entreranno ben presto in un limbo asfissiante, diventando un caso – studio, la loro vista sarà un continuo entrare ed uscire dalle cliniche psichiatriche, sottoponendosi a continue visite specialistiche. Nel frattempo, lo scienza compie i primi passi nella comprensione dell’origine della malattia mentale, tra manicomi, psicofarmaci, elettroshock. Va da se che i fratelli Galvin, risulteranno essere delle ottime cavie.
Una padre assente, una madre definita “schizofrenogena“, che protegge i figli malati a scapito di quello sani. I figli sani che rischiano di ammalarsi per il poco amore. Ma perché erano finiti così, cosa era capitato alla loro famiglia? La famiglia Galvin comincia così a scavare nel proprio passato, nella propria intimità, nel non detto, sperando di venirne a capo, mentre la scienza andava avanti con le sue sperimentazione sperando di trovare una spiegazione di altro tipo.
Prima o poi tutti i figli diventano adulti e fanno da bastone per i proprio genitori, anche per la famiglia Galvin è così, nonostante tutto. In particolar modo per Linsey, che decide di prendersi cura di quel che resta.
Il testo si chiude con gli ultimi capitoli di una nuova generazione che nasce, cercando di fare del proprio meglio per tirare le somme di quanto accaduto nella propria famiglia. Una luce tenute comincia a fare capolino. Una giovane laureanda in medicina sceglie di svolgere il proprio tirocinio presso un’importante Istituto di ricerca, perché appassionata di neuroscienze. È Kate, la figlia Lindsey, adesso cammina in quei corridoi dove i suoi genitori, i suoi zii ed i suoi nonni hanno trascorso intere giornate sottoponendosi a numerosi esami e preziose “donazioni” di sangue.
Un viaggio nella mente umana bellissimo, una spirale infinita. Una storia vera. Oggi la scienza ha certamente compiuto importanti passi, grazie ai quali per i malati mentali si prospetta un futuro non così terribile, seppure di difficile accettazione. Ma quanto pare, siamo ancora fermi in quel libro lì. La schizofrenia è causata da fattori ambientali o genetici?