La tirata che precede il Ferragosto è un rito emozionante e ricco di significato
Corde, funi, nodi che intrecciano storie, tradizioni, folklore e una dose di scaramanzia che non guasta mai. Corde da tirare, per stare insieme, per fare festa. Corde che anche quando si spezzano non fanno altro che rinsaldare ancora di più un legame di una comunità, perché anche se vai fuori per lavoro o per inseguire i tuoi sogni, alla fine ritorni, perché basta un nodo per darsi forza reciproca, un nodo ben saldo per ricominciare.
Funi che rinsaldano una comunità
Funi che uniscono donne e uomini, non importa se si è davanti, dietro o nei lati, tutti hanno un ruolo nell’equilibrio precario di una macchina da festa che da queste parti significa devozione per la Madonna della Misericordia, che è lì su in cima al carro trainato da quattro buoi e, idealmente e fisicamente, da tutta la comunità di Fontanarosa.
Siamo in un angolo di Irpinia, a pochi chilometri da Gesualdo, borgo in cui visse il principe dei musicisti Carlo. Fontanarosa paese famoso per la lavorazione della pietra e della paglia. È qui che ogni anno il 14 agosto l’intera comunità, e non solo, si ritrova per celebrare la tirata del carro. Un obelisco in legno rivestito di paglia, alto circa 30 metri, tirato dai buoi. Una delle testimonianze più rappresentative della cultura rurale Irpinia, che affonda le sue radici nel tempo, tanto che non è dato sapere quando è stata celebrata per la prima volta, ma tutti concordano che la tradizione sia iniziata almeno nel 700.
Il Carro
Il Carro è di fatto un monumento votivo fatto di spighe di grano e rappresenta un ringraziamento alla Vergine per il raccolto, nella speranza che questo si rinnovi l’anno seguente.
L’obelisco viene posizionato e costruito all’ingresso del paese qualche giorno prima, da lì prende il via nel tardo pomeriggio del 14 agosto. Le ore che precedono la tirata sono un susseguirsi di abbracci, saluti, ritrovarsi, foto e selfie.
Poi l’arrivo dei buoi e l’approssimarsi della partenza, una lunga discesa lineare, prima di svoltare a sinistra e percorrere un altro breve tratto fino “alla fontanella” dove il carro sarà girato in direzione della chiesa. Ogni passo compiuto è un susseguirsi di emozioni, applausi e urla liberatorie, fino all’arrivo. Ora la festa… può continuare.