In occasione della Festa della Donna, l’apertura della porzione del complesso scavato nell’800
Una meraviglia dopo l’altra. Questa è Pompei, che oggi, in occasione della Festa della Donna, apre la sezione femminile del complesso delle Terme del Foro, al termine dei lavori di manutenzione e restauro. Da sempre, utilizzate come deposito di materiale archeologico, e quindi occupate da ingombranti scaffalature, le Terme – per la prima volta fruibili dal pubblico – hanno rivelato superfici dipinte, rimaste finora sconosciute a causa di spesse concrezioni che ne obliteravano la policromia già dal momento dello scavo dell’edificio nel 1823-24.
Grazie al lavoro meticoloso dei restauratori e con l’aiuto di uno strumento laser di ultima generazione, è stato possibile rimuovere le concrezioni e scoprire la bellezza della decorazione del primo ambiente, quasi come se fosse una nuova scoperta. Al di sotto di uno spesso strato di calcare, era celata buona parte della decorazione di IV stile, caratterizzata dall’alternanza di pannelli colorati, e al di sopra della piccola vasca, dipinta di color verde acqua, si nascondeva una splendida decorazione con elementi vegetali e uccelli su fondo giallo, una vera “scoperta” ottenuta tramite l’impiego della tecnologia laser.
La decorazione vegetale ricorre anche nella struttura di sostegno del bacile, mentre numerosissimi graffiti diffusi sulle pareti – navi ricche di dettagli, scritte di vario genere e finanche un disegno fallico ci raccontano la vita di chi fruiva delle terme. L’intervento di restauro ha comportato l’esecuzione di diffuse opere di protezione dai fattori di degrado, il rifacimento dei manti di copertura – dimensionati in modo da resistere anche a eventi meteorologici di notevole intensità, e la sarcitura delle lesioni, che compongono un complesso quadro fessurativo, in buona parte testimonianza degli accadimenti subiti dal monumento nelle diverse fasi antiche – il sisma del 62 d.C., l’eruzione del 79 d.C.
Le Terme del Foro si trovano alle spalle del Tempio di Giove e risalgono agli anni immediatamente successivi la deduzione della colonia di veterani da parte del generale Silla (80 a.C.). Un’iscrizione trovata vicino all’ingresso, oggi conservata presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (CIL X 819), ricorda che la costruzione avvenne su deliberazione dei decurioni e con fondi pubblici. Parte femminile e parte maschile disponevano di ingressi separati. La parte femminile, più piccola di quella maschile, era in ristrutturazione al momento dell’eruzione. Il settore termale, sviluppato per circa 410 mq, occupa l’angolo nord-occidentale dell’isolato nel quale si inscrive con una pianta necessariamente irregolare determinata dall’andamento divergente della Via delle Terme, a nord, e del Vicolo delle Terme, a ovest.