Riti secolari, terreni fertili ed un microclima baciato dalla fortuna
Nel Cilento è nata la Dieta Mediterranea, sono presenti ben 13 Presidi Slow Food, in altre parole, si tratta di un patrimonio enogastronomico di sorprendente valore. Accanto ai fichi e agli oli, che sicuramente hanno fatto e fanno da traino per l’economia del luogo, anche la produzione vitivinicola, oggi, dice la sua. Contribuendo alla forza di un territorio sospeso tra storia, tradizioni ed un pizzico di magia: quella che pare aleggiare nell’aura senza tempo che avvolge il Cilento.
Quelli cilentani non sono solo vini, sono calici di aneddoti, ogni sorso schiude angoli di storia e costumi di famiglia. Stupisce la ricchezza di sfumature che si indovina puntuale all’assaggio, dal naso al sorso finale, profumi ed una generale godibilità data dall’armonia. Sfumature, appunto. Sorelle di sangue della biodiversità di questo imponente territorio. Siamo in un’area caratterizzata dalla presenza dell’Appennino meridionale, da una parte, e dal Mar Tirreno, dall’altra. Arriviamo a 1200 metri di altezza entro poche miglia dalla costa, con morfologia e clima che agevolano le coltivazioni di diverse uve locali.
La denominazione per eccellenza è la Cilento DOC, comprensiva di vini rossi, bianchi e rosati, tutti basati su antiche tecniche di produzione: quante appassionanti storie di famiglia dietro ogni singola etichetta, storie a cui, va detto, oggi si somma il plus dei giovani che aggiungono sapere, tecniche moderne e spirito imprenditoriale per fare, finalemnte, quel doveroso scatto in avanti. Tra le migliori produzioni, ci sono i vini della Valle del Calore, sia DOC che IGT. I sette vini Castel San Lorenzo DOC e i vini Paestum IGT.
In particolare, la DOC Castel San Lorenzo abbraccia i i comuni di Castel San Lorenzo, Felitto e Bellosguardo e, in parte, i comuni di Aquara, Castelcivita, Roccadaspide, Magliano Vetere e Ottati.
Zone vocate allla coltivazione della vite grazie a condizioni pedoclimatiche estremamente favorevoli.
In Cilento, quando si parla di vino, c’è tanta storia da mettere in conto. Sono vitigni che originano dall’antica Grecia. Terreni di difficile coltivazione, ma che ben si prestano alla coltura della vite. Il Cilento è fatto di colline e di montagne, con piccole piane costiere ed il Vallo di Diano, una grande pianura interna, un tempo occupata da un lago, oggi scomparso. Un continuo susseguirsi di dorsali montuose con un fitto reticolo idrografico, dove i vitigni locali, introdotti dagli antichi colonizzatori greci, hanno trovato dimora nella natura argillosa-calcarea del terreno e nel clima di zona. Il Cilento è fatto di marnee calcaree ricche di pietre, sono loro a donare ai vini una straordinaria mineralità e inevitabilmente freschezza.
CILENTO DOC
Introdotta nel maggio 1989, la denominazione Cilento DOC comprende vini rossi, bianchi e rosati – senza dimenticare un Aglianico in purezza – con uve allevate proprio sulle colline costiere della parte meridionale del Cilento. Area geografica che lascia senza fiato per la bellezza paesaggistica, al contempo povera se paragonata all’opulenza della vicina Costiera Amalfitana con il suo imponente flusso turistico. Quella cilentana è un’ecnomia strettamente connessa all’agricoltura: olive, frutteti, oggi anche i suoi vini, gradualmente inseriti in circuiti di fama internazionale, prezioso carburante per un nuovo indotto turistico a favore del territorio.
Il Cilento Rosso DOC è prodotto con uve Aglianico, presenti in abbondanza rispetto al classico taglio di uve Piedirosso, solitamente presenti con un 20% sul totale. Il disciplinare della Cilento DOC consente ai viticultori, nel caso dei rossi, di utilizzare anche uve di Primitivo e Barbera, per un totale che non supera mai il 20%.
I vini rosati del Cilento seguono lo stesso metodo, con l’Aglianico sostituito, in questo caso, dal Sangiovese. Il Cilento Bianco DOC è ottenuto dalla varietà bianca Fiano, in Cilento nota come Santa Sofia. Sulla quantità, parliamo del 60% minimo, con restanti parti di Trebbiano, Greco Bianco e Malvasia Bianca. Cilento da scoprire e riscoprire, vini compresi: qualità eccellente e perfetti accompagnatori dei piatti, ricchi e genuini, della cucina locale