Una “rovina vivente”, a due passi dalla vita moderna, il secondo sito archeologico più visitato in Italia, gli scavi di Pompei non smettono di sorprendere e regalare al pubblico e agli studiosi nuove affascinanti scoperte. Da ultimo è stato possibile assistere all’applicazione delle indagini tomografiche (TAC) ai famosissimi calchi delle vittime dell’eruzione del Vesuvio, che seppellendo la città nel suo ultimo istante ha di fatto restituito un’intera epoca alle generazioni future.
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Lo studio diagnostico sui calchi segue una complessa attività di restauro, riordino, inventario partita sui calchi la scorsa primavera per permettere l’esposizione di venti tra essi all’interno dell’anfiteatro pompeiano, per la mostra “Rapiti alla morte” visitabile fino al 2 novembre prossimo nella piramide ideata per l’occasione dall’architetto Francesco Venezia.
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Negli ultimi tempi non si è assistito soltanto ad indagini in laboratorio ma anche a scoperte sul campo, vanno menzionate: il rinvenimento di una tomba di epoca sannitica appartenente ad una donna che ha restituito il corredo intatto nelle immediate vicinanze alla bottega di un vasaio in cui sono stati rinvenuti vasi in argilla cruda pronti per essere infornati prima che l’eruzione li seppellisse così per sempre; gli scavi svolti all’esterno di Porta Nola con l’indagine della necropoli antistante, mentre appena di qualche giorno fa è la notizia del rinvenimento delle Terme Repubblicane, il quinto dei complessi termali presenti nel sito archeologico e presumibilmente il più antico.
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Nell’ambito del Grande Progetto Pompei molti sono stati i restauri progettati e portati a termine nell’anno in corso, tra questi va ricordato lo splendido affresco dell’Adone ferito dall’omonima casa sita in via di Mercurio, restituito alla sua originaria bellezza, la Domus della Fontana Piccola, quinto cantiere completato nel GPP. Interventi di restauro hanno interessato anche la Basilica nel Foro, il famigerato mosaico, tra i più noti del mondo classico, con il Cave Canem restituito al pubblico dopo il restauro ed un intervento di musealizzazione che permette oggi di poterlo ammirare senza comprometterne la tutela.
Tra le varie riaperture la più attesa è certamente la Villa dei Misteri, restituita al pubblico dopo due anni di lavori. Uno degli edifici più importanti che riguardano l’archeologia mondiale è stato oggetto non solo di lavori di restauro ma anche di un lavoro di ricerca straordinario che ha coinvolto istituzioni ed equipe internazionali ed interdisciplinari.
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Altra interessante restituzione è la Palestra Grande, restituita al pubblico dopo sette anni di lavori e che contiene in esposizione permanente gli affreschi del Complesso dei Triclini di Moregine, tra i capolavori dell’arte di epoca romana.