Miglio d’oro, passeggiare nel Settecento

Come la corte di Napoli si innamorò della Provincia

Percorrendo le strade della provincia di Napoli è facile incontrare alcuni palazzi storici che, nonostante il tempo non sia stato gentile con loro, sono ancora ricchi del fascino della loro epoca. Fregi, qualche semicolonna appena scalata, ampi archi e spesso portoni enormi restano testimonianza del gusto architettonico campano del Seicento-Ottocento.

Nella provincia di Napoli c’è una zona che più di tutte raccoglie e custodisce questa suggestione: il Miglio d’oro. Un tempo questa zona corrispondeva alla lunga strada che collega Villa di Bisogno di Casaluce e Palazzo Vallelonga, situate rispettivamente ad Ercolano e Torre del Greco; oggi comprende una zona molto più ampia di dimore storiche che si trovano tra i comuni di Portici, Ercolano e Torre del Greco.

In realtà la storia di questi luoghi è nasce dalla Villa d’Elbeuf, residenza di Emanuele Maurizio di Lorena,duca d’Elbeuf, situata in prossimità del Granatello di Portici.

Il duca fece realizzare la residenza all’architetto Luigi Sanfelice nel 1711, scegliendo strategicamente una zona lontana dalla città, immersa nel verde e a ridosso del mare. L’architetto, che era appena all’inizio della sua sfavillante carriera, realizzò un palazzo imponente e bellissimo che rappresentava al meglio il gusto dell’epoca. Nel 1735 il re Carlo di Borbone con la moglie Maria Amalia di Sassonia fu ospite della villa e rimase sorprendentemente colpito dalla bellezza e purezza di quelle miti campagne. Così colpito che decise di commissionare una residenza a Portici, poco distante dalla villa. Appena tre anni dopo, a seguito dei lavori dell’architetto Canevari, il re aveva la sua Reggia di Portici. La corte napoletana, visitando il re, fu altrettanto affascinata dalla bellezza del luogo e le famiglie nobili più influenti di Napoli iniziarono a far realizzare, lungo la Regia strada delle Calabrie, le loro residenze private. Di lì a pochi anni vi furono, negli stessi territori ercolanesi, i primi ritrovamenti archeologici che resero ancora più noti questi luoghi e, ovviamente, ancora più ambito averne un piccolo spazio in quel nuovo centro culturale.

Il complesso di residenze nobili sorte in prossimità della Reggia, con il loro apparato decorativo e i grandi giardini, iniziò a chiamarsi Miglio d’oro, proprio per la bellezza e ricchezza del luogo. Col tempo furono incluse nel gruppo anche alcune ville nobili ottocentesche.

Oggi la Fondazione Ente Ville Vesuviane si occupa del recupero e della valorizzazione di molte di queste residenze; tra queste Villa Favorita, Villa delle Ginestre, Villa Campolieto.

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