Quando la fede sfocia nel mistico sentimento che pervade il corpo
Ammettiamolo: essere svegliati molto presto la domenica mattina da voci urlanti e musica in sottofondo, probabilmente non è il massimo. Per un napoletano, però, questo risveglio potrebbe non essere del tutto “anomalo”. Anzi, soprattutto nelle domeniche antecedenti la Pasqua, diventa un rituale fra tradizione e fede.
In questo periodo le strade delle città vesuviane diventano meta di pellegrinaggio dei Fujenti, o Vattient che dir si voglia, racimolando offerte destinate al Santuario della Madonna dell’Arco chwe sorge nel comune di Sant’Anastasia, in provincia di Napoli. Questi uomini e queste donne vagano per i paesi richiamando i fedeli con le loro invocazioni che sono un misto tra litania ed esortazioni, come: “Chi ti ha fatto stu lividure nun è degno rò paravis! Chi vò ben à Maronn e l’Arco ce purtamm stu cor e argient”.
Una tradizione secolare che prende spunto dal culto di un’edicola votiva dedicata alla Madonna che era collocata nei pressi di un arco romano dove oggi sorge il Santuario.
E proprio partendo da quell’effige si è dato vita a un sacro rituale che nasce almeno cinque secoli fa e che richiama il primo miracolo della Madonna sanguinante in cui si racconta che un giocatore di pallamaglio (un antico gioco nato nel XII secolo nel Regno di Napoli, antenato degli sport anglosassoni del golf, cricket e croquet) furioso per aver non aver vinto, colpì l’immagine votiva che prese a sanguinare. L’uomo iniziò a correre e a saltellare senza potersi fermare e per punizione fu impiccato. Da qui, tradizione vuole che i fujenti, vestiti di bianco e a piedi scalzi, nell’ultimo tratto della processione corrano freneticamente per espiare il peccato dell’empio giocatore. I fujenti portano in dono alla Madonna gli ex voto per grazia ricevuta conservati all’interno del Santuario.
L’apice della venerazione al culto della Mamma dell’Arco si ha ogni anno nel giorno di Pasquetta, il lunedì in Albis, quando Sant’Anastasia ospita uno dei riti più affascinanti e mistici del panorama religioso cristiano. I fujenti, provenienti a piedi da tutti i comuni limitrofi e non, invadono le strade del paese con il caratteristico abito bianco corredato di una fascia trasversale azzurra. In molti casi, per spirito di sacrificio camminano a piedi nudi oppure, soprattutto nelle immediate vicinanze dell’edicola votiva della Madonna, proseguono in ginocchio o carponi. La vista della Vergine dell’Arco, inoltre, spesso provoca stati di forte emotività che non di rado sfociano in pianti, urla e scene convulsive cariche di suggestione e fede. All’interno del Santuario i fedeli si lasciano andare a comportamenti intrisi di fede, per espiare i propri peccati o per rendere omaggio alla Vergine per una grazia ricevuta: c’è chi bacia il sagrato, chi striscia fino all’altare, chi prosegue in ginocchio ognuno cerca di omaggiare la Madonna come merita.
(la foto dell’articolo è tratta dalla pagina Facebook Madonna dell’Arco Fede & Devozione)