Libri. “La ragazza della fontana” di Antonio Benforte

Il primo romanzo del giovane autore napoletano, edito da Scrittura&Scritture

Esiste un periodo della vita, più o meno comune a tutti, in cui l’età dell’innocenza cede il passo a una “terra di mezzo” dove spesso ci si muove in modo non del tutto disinvolto, dove le cose sembrano più nebulose di quelle che sono, le percezioni cambiano, il fisico si trasforma e i perché aumentano.

Però, ci si diverte anche. E tanto.

Soprattutto se è estate, hai davanti tre mesi di vacanza, sei un ragazzo in salute e puoi giocare a pallone con gli amici tutte le volte che vuoi. E così, anche il piccolo centro di ottomila anime in cui vivi da sempre fa parte, insieme al campo da calcio, alla casa dei tuoi genitori, alla piccola piazza e al “matto” del paese, di quella “comfort zone” che ti fa sentire veramente bene.

In questo posto “nell’entroterra campano, dove il vento caldo d’estate ti prende alla gola e non ti fa respirare, e d’inverno invece le nevicate ricoprono le strade e le colline tutt’intorno”, si muovono i personaggi de “La ragazza della Fontana”, la prima prova letteraria di Antonio Benforte, giornalista napoletano, edita da Scrittura e Scritture.

Siamo nell’estate dei Mondiali di Calcio del 1994. Il protagonista è un ragazzo di quindici anni: è stato promosso, ha quasi finito l’album delle figurine Panini, le vacanze sono appena iniziate, si sente invincibile, nessuno lo può fermare. Con i suoi quattro inseparabili amici trascorre le giornate al campo di calcio, occasionalmente va al mare e la sera inforca la bici e corre verso la piazza, magari per prendere in giro quell’uomo “strano”, sgangherato, che guida un’automobile sgangherata come lui, che non parla con nessuno, che beve come una spugna e che porta in testa un cappello da Capitano, custode e origine di tutti i suoi segreti.

Una sera di metà agosto però, come è giusto che sia per un romanzo di formazione, accade qualcosa che destabilizza l’equilibrio di tutti: il ritrovamento, da parte dei cinque adolescenti, del cadavere di una giovane ragazza, il vero e proprio “giro di vite” dal quale ciascuno, inevitabilmente, ne uscirà diverso.

Una scrittura fluida, essenziale, coinvolgente – complice il passato lavorativo dell’autore in diverse case editrici – ci cattura a partire dall’incipit, che si focalizza sulla Ritmo “scassata” del Capitano (non senza provocare nel lettore una certa ilarità) e ci tiene incollati alle pagine, vuoi per l’empatia nei confronti delle vicende adolescenziali dei cinque ragazzi, per la curiosità di scoprire l’assassino e risolvere il giallo, per i temi trattati e anche per quelli solo sfiorati ma, soprattutto, per l’affetto che nasce nei confronti del protagonista e che cresce pagina dopo pagina, quasi fossimo insieme a lui nel momento esatto in cui si cimenta nella prima rovesciata, quando bacia Monica nella casa sull’albero, quando corre di notte in bici per raggiungere il Capitano.

E siamo ancora con lui quando si rende conto che, alla fine di tutto, l’unica cosa che resta da fare, una volta che tutti i riferimenti sono venuti meno, è aspettare la maggiore età e andare via da quella terra malandata.

Antonio Benforte, giornalista ed esperto di comunicazione, è Social Media Manager del Parco Archeologico di Pompei.
Ha lavorato per anni in una casa editrice milanese e si è occupato di social media e ufficio stampa per diverse realtà nazionali.
Dal 2008 partecipa al progetto Econote, magazine green e associazione culturale.

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