Boccaccio e Papa Urbano VI, gli illustri personaggi che dimorarono sulla collina del Parco
Il Castello del Parco di Nocera Inferiore compare alla vista in prossimità del Convento di Sant’Antonio da dove iniziano i tornanti che portano fin su in cima. Mentre si sale il panorama si allarga ad abbracciare l’agro nocerino, il Vesuvio, il mare e le isole. La struttura da cui si accede è il Palazzo Fienga, residenza signorile ottocentesca legata alla famiglia Fienga che demolì un lato del castello per realizzare la propria dimora.
Lentamente procedendo nella visita iniziano a manifestarsi i resti di quello che fu il castello di epoca medievale, mura e finestre, archi e torri, a testimoniare un glorioso passato e l’importanza del posto dove per un anno dimorò anche Papa Urbano VI insieme alla curia. Era il 1384, anni della guerra per la successione a Giovanna I e il castello del Parco grazie alla presenza del Papa era divenuto il centro religioso del regno ed anche il fulcro dell’assedio che Carlo III di Durazzo tenne al papa contro cui fu ordita una congiura.
Tanti furono i personaggi illustri che soggiornarono al castello, re Carlo I d’Angiò e sua moglie Beatrice di Provenza: al re angioino è legato il primo ampliamento della fortezza che assunse così le forme di un vero e proprio maniero residenziale; Elena degli Angeli vedova di re Manfredi di Svevia e probabilmente anche Boccaccio amico di Niccolò Acciaiuli a cui era stata ceduta la città in epoca angioina. Probabilmente al castello nacque San Ludovico d’Angiò.
Del periodo più antico resta l’alta torre eretta da Guidone Filangieri in epoca sveva. Nella parte posteriore si conservano resti di affreschi, probabilmente di epoca longobarda, come lascia supporre il confronto con gli affreschi di Sant’Angelo in Formis legati all’abate Desiderio; poco resta degli affreschi nocerini, sono percepibili le silhouette di tre santi di cui un tempo era possibile leggere i nomi in alto, San Pietro, Sant’Andrea e San Giovanni.
Alle spalle della torre ad un livello inferiore si trova un grande salone costruito durante la dominazione angioina, di cui restano le tracce delle finestre ed una bifora mancante della colonna centrale. Numerosi altri ambienti sono visibili (ma non praticabili a causa dell’attuale stato di conservazione), ambienti di soggiorno a giudicare anche dalla presenza dei camini per il riscaldamento.
Legata alla presenza della famiglia abruzzese de Guidobaldi resta la costruzione della Cappella Mater Dei. Molto suggestivo il settore della voliera in cui è possibile vedere un arco gotico e tratti di mura che racchiudevano la struttura.
Come ogni castello che si rispetti anche quello nocerino possiede le sue spaventose leggende legate a fantasmi di cui sarebbe ancora possibile avvertire l’inquieta presenza. Cencia di Trastevere, bruttina e poco avvenente carceriera, si era innamorata di Francesco Prignano, nipote di papa Urbano VI, che andò via dopo la fuga dalla città causandole terribili pene d’amore. Di notte pare sia ancora possibile udire le sue urla di sofferenza provenienti dal castello.
Molto suggestivi gli scorci che si possono godere dal castello, che sembra agli occhi degli spettatori una perfetta location cinematografica e ideale spunto per gli amanti della fotografia, oltre ad essere un meraviglioso punto di osservazione di antiche vestigia.