Il casale antico di Santo Strato sulla collina elegante

Un luogo sospeso nel tempo tra storia e tradizione che arriva fino al mare

Casale, una parola che evoca un’epoca sospesa nel tempo, fatta di lentezza e silenzi, abitata da pescatori o agricoltori e case basse con sedie di paglia e focolai accesi. Una parola poetica che si sposa con la collina elegante, Posillipo, ma la contrasta e la sfida con la sua bellezza consumata.

È il casale di Posillipo, conosciuto come il Casale di Santo Strato e prende il nome proprio dal suo santo. In questo luogo è l’alter Gennaro, anche lui martire. Pretoriano romano, Stratone (così si chiamava), osò sfidare i romani all’epoca di Diocleziano rifiutandosi di perseguitare i cristiani e divenne nuovo martire.

La chiesa gialla al centro del casale risale al 1266 ma la forma attuale è del XVIII sec. La statua di Santo Strato, lignea, è collocata in una nicchia lungo la navata ma esce ogni tanto a respirar aria di primavera e se ne va tra la gente a dar conforto. Accade ogni anno durante la tradizionale processione di giugno. Dietro l’altare della chiesa, di nuovo lui, ma stavolta divide la scena con la Madonna delle Grazie e San Francesco di Paola.

Riesco ad entrare nella chiesa grazie ad alcune donne del casale che allestiscono per un matrimonio: la chiesa profuma di detersivo e fiorellini bianchi che formano tappeti di nuvole sotto l’altare.
In esterno svettano alti i due campanili appoggiati su due orologi bianchi mentre le case tutt’attorno sono basse e le stradine dividono lo spazio esiguo con panni stessi ed edicole votive.

Sulla facciata della chiesa è scritto Domus dei et porta coeli. Casa di Dio e porta del cielo. Porta del cielo e porta del mare aggiungerei, sembra infatti un borgo chiuso, quando imbocchi una stradina finisci in un cortile privato con alberi e ceramiche ma non tutte queste stradine sono “cieche”… alcune giungono al mare.

Ne è un esempio Via Nicola Ricciardi che arriva fino a Marechiaro. È proprio qui, in questo casale fermo nel tempo e nel silenzio che ha vissuto Sàndor Màrai scrittore ungherese, autore del bel libro “Il Sangue di San Gennaro”. Una targa affissa in uno piccolo cortile giallo ci ricorda che qui, uno straniero, ha saputo parlare con amore di questo luogo e dei suoi abitanti descrivendo quella umanità disgraziata dopo il secondo conflitto mondiale e ha usato parole poesia e non sterile cronaca condita di pietà.

È curioso, Strato, in greco “stratòs”, significa esercito, ebbene qui c’è ne è uno piccolo silenzioso e solitario, armato di reti e devozione, se si mette in cammino, giungerà sempre fino al mare… 

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    Napoli, Posillipo, Casale Santo Strato
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