Lo street artist Mario Castí firma l’opera dedicata al campione argentino
Pozzuoli, villa comunale, i giardinetti, il porto, i traghetti, un’ edicola e… Diego Armando Maradona. Sí, proprio lui e ancora lui. L’ amato mai dimenticato tanto che, a quasi quattro mesi dalla scomparsa, continuano a spuntare ovunque murales a lui dedicati. L’ ultimo, in ordine cronologico, è stato realizzato dallo street artist napoletano Mario Castí Farina ed è stato inaugurato alla presenza del figlio Diego Armando Maradona Jr.
È un’ ennesima dichiarazione d’amore scritta sui muri, questa volta promossa dall’ Associazione Vespa Club di Pozzuoli e firmata, idealmente, da un popolo intero. “Rappresenti la città che mai ti dimenticherà“, questa la scritta che appare accanto a Diego in maglia azzurra, “ruggito” da goal e pallone. Davanti a lui il suo numero, quel 10 che rappresenta il numero vincente nel mondo del pallone da quando lo ha indossato. Il 10, da quello storico 5 luglio del 1984, è un numero tutto napoletano. Ce ne siamo appropriati, lo abbiamo incorniciato tra due sole lettere ed è diventato D10S.
Mario Farina ha dedicato a Diego altri famosi murales come quello nostalgico e poetico realizzato fuori al mitico campo Paradiso con la figlia Dalma che gli sistema teneramente dei piccoli fiorellini gialli nelle calze in un momento di pausa dall’ allenamento. Un Maradona privato, un Ercole in riposo metà scugnizzo in quel di Soccavo, a Pozzuoli, invece, è calciatore grintoso e vincente, capitano di una squadra, capitano di un popolo. La fascia sull’ avambraccio è bandiera. Corre verso la luce Diego, da’ luce ed è luce…continua ad essere capitano che guida. Capitano e capopopolo. Urla “El Pibe de oro”, il suo è grido di riscatto, orgoglio e consapevolezza.
Un’ immagine di Diego che più che mai, in questa terra, ricorda che siamo vulcani in corsa pieni di energia ed abbiamo nel cuore la stessa potenza del suo piede sinistro. Con quel piede Diego ha inciso a caratteri cubitali la parola Napoli nel mondo intero. La città e le sue periferie da quel drammatico 25 novembre dedicano continuamente nuovi spazi al giocatore argentino, figlio di Buenos Aires e di Napoli, città che lo ha amato talmente tanto da consegnargli subito il suo tempio sacro.
Tra murales, stencils e mosaici, la città e le sue periferie sono come album fotografico che si sfoglia camminando a piedi tra vicoli strade. Questa è la pagina di Pozzuoli città che, come afferma anche il figlio, lui ha tanto amato.
E allora se è vero che “… Gli amori che vivono nel ricordo bruciano per sempre“, da eterni innamorati continuiamo a sfogliare il nostro album di ricordi che porta il sigillo di D10S.