Monte di Procida e la Madonna popolana di Luis Gomez de Teran

Sulla facciata della chiesa di Santa Maria Assunta, il murales dedicato alla patrona dei montesi

When I find myself in times of trouble, Mother Mary comes to me speaking words of wisdom, let it be… ” John Lennon cantava così nel lontano 1970 ed io canto con lui questi stessi versi davanti ad una nuova “Mother Mary“. Un’altra.

Ancora dipinta e, questa volta, audacemente, in un luogo sacro. Si trova a Monte di Procida sulla facciata laterale della chiesa di Santa Maria Assunta, patrona amatissima di Monte di Procida. È una bella chiesa tutta gialla del XVII sec. con campanile e orologio che guardano verso il mare, elemento fondamentale di questa terra. Sto parlando di un murales realizzato qui nel 2021 da Luis Gomez de Teran, artista venezuelano, classe ’80, nato a Caracas e che vive ormai da anni a Roma.

Ha realizzato lui questo volto “morbido” di Maria grazie anche al contributo del Comune, di alcuni imprenditori e dell’Associazione “Vivi l’Estate” che si sono attivati per una “rinascita culturale ed artistica” del Comune puntando su linguaggi contemporanei. Anche Monte di Procida, dunque, riparte dalla cultura ed affida alla Street art i messaggi da far viaggiare, con il loro carico di speranza, ed affidarli al mondo. I muri sono i nuovi libri fruibili a tutti con dediche al cuore di ogni individuo.

La Madonna, in questo murales, ha il volto delicato e rotondo di una giovane popolana, dai grandi occhi e dalle labbra carnose, e il monocromo diventa colore accecante sulle pareti gialle della chiesa. È la “Madonna accogliente” dei montesi. Guarda al cielo con pietà e devozione. Anche la statua lignea sull’altare della chiesa, opera di Francesco Varzella, guarda in cielo ed ogni anno, a Ferragosto, è portata in processione. Guarda in cielo questa personale Santa Maria Assunta di Luiz Gomez de Teran perché è lì che trova posto la preghiera, in alto, sopra di noi e chi osserva questa “Mother” rivolge lo stesso sguardo ed accoglie la pace.

Più volte è stato chiesto all’autore di dare una sua interpretazione all’opera ma lui non l’ha mai data per non “limitare – dice- chi l’osserva”. Ogni opera è un’opera unica agli occhi di chi guarda. Quale messaggio più bello? Quale opportunità di dialogo silenzioso offre questo murales?! “Divina protettrice, del Monte Procidano, deh! Porgici la mano. Elevaci, elevaci con te!” Recita così un verso del famoso inno dedicato alla Santa Patrona. E, dunque, la si guarda e ci si eleva! Lei “Mother”, noi figli. 



L’artista, nato inizialmente come graffitaro, prosegue questo suo personale percorso artistico che lo ha portato, recentemente, anche a dedicarsi alla pittura trovando ispirazione soprattutto nell’arte figurativa barocca. Ha esposto in tante parti del mondo, Berlino, Barcellona, Londra e non si ferma. Ci saranno altre sue opere in altre 20 regioni italiane omaggiando, terre, popoli, tradizioni. Lo ha fatto anche qui a Monte di Procida, questo volto delicato è specchio di una accoglienza gentile ricevuta da questo piccolo comune dei Campi Flegrei silenzioso e tranquillo e dai panorami mozzafiato. Non a caso Monte di Procida è definito “La terrazza dei Campi Flegrei“. Dai suoi tanti belvedere “tocchi” le isole, Procida in primis e poi, ancora, il Vesuvio, Nisida, il litorale domizio, fino all’isola di Ventotene.

Viaggia lo sguardo da queste terrazze piene di luce e di mare, viaggia come viaggiano i messaggi lasciati sui muri. 

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