Dal Monte Faito all’isola di Capri, una storia di fede intrecciata con le vite dei santi protettori
Il culto di San Michele Arcangelo è molto sentito in tutta l’Arcidiocesi di Sorrento Castellammare di Stabia, fin dal tardo medioevo. Il santo guerriero, rappresenta un meraviglioso anello di congiunzione tra i due capi estremi del territorio sorrentino – stabiese. Molte sono le parrocchie a lui dedicate, così come le devozioni secondarie che lo riguardano.
Sull’Isola di Capri
Dall’isola di Capri, dove lo splendido ed unico pavimento maiolicato di Leonardo Chiaiese nella chiesa di San Michele ad Anacapri lo identifica con l’angelo che scaccia i progenitori dal paradiso terrestre, all’isolotto di Rovigliano su cui insisteva un monastero benedettino a lui dedicato; alla sua immagine più antica affrescata nella cripta dei Santi Giasone e Mauro a Varano, volgarmente conosciuta come Grotta di San Biagio.
Monte Faito
Faro di irraggiamento fu il tempietto sorto sul Molaro, la cima più alta dei Monti Lattari e del Faito in particolare, anche chiamato Monte Sant’Angelo, da dove l’Arcangelo presiedeva su tutto il golfo di Napoli e presso cui si rifugiavano le popolazioni della pianura in caso di pericolo. Celebre il pellegrinaggio annuale in occasione della festa della dedicazione che, dal 29 luglio al primo agosto, riuniva sul monte migliaia di pellegrini. La fondazione del santuario di San Michele sul Faito è tradizionalmente legata alla vita dei Santi Antonino e Catello, patroni della Diocesi e ad essi attribuita da uno scritto risalente all’undicesimo secolo, che va sotto il nome di Anonimo Sorrentino. Emblematica la statua presente all’esterno del santuario, che vede protagonisti i tre santi.
Le altre chiese dedicate a San Michele Arcangelo
Altre chiese micaeliche alle pendici del Faito sono in stretta relazione con il santuario sulla vetta: in primis la chiesa di Licciano di antichissima fondazione; la chiesa di Pimonte in gotico amalfitano che si spera di vedere presto restaurata dopo i danni ingenti subiti dal terremoto dell’ottanta e dalle successive spoliazioni; la chiesa di Scanzano che, sebbene dedicata al Salvatore, tuttavia custodisce una monumentale statua lignea settecentesca dell’Arcangelo e lo celebra come patrono.
Inoltre, due altre cime in Penisola Sorrentina portano il nome di Sant’Angelo: l’altura post a ridosso di Meta tra Montechiaro ed Alberi ed il Picco Sant’Angelo a ridosso di Sant’Agnello nel territorio della parrocchia di Casarlano.
La testimonianza più esuberante della devozione sorrentina all’Arcangelo Michele, è senza dubbio la chiesa eretta in suo onore nell’antico casale di Carotto poi rinominatosi Piano di Sorrento. Sede parrocchiale, basilica minore dal 1914, e il risultato di secoli di rimaneggiamenti, aggiunte ed arricchimenti che ne fanno uno degli edifici di culto più belli della diocesi. La statua lignea settecentesca dell’Arcangelo, dorata ed argentata, domina dall’alto del suo trono posto nel fondo del presbiterio.