Italia aspetta il ‘Doriforo di Stabia’, ma gli States glissano

Nonostante confisca immediata statua sta ancora a Minneapolis

E’ diventato un caso giudiziario la restituzione da parte degli Stati Uniti della statua del ‘Doriforo di Stabia’. Trafugata clandestinamente, la più raffinata copia dell’originale di Policleto, è esposta al museo di Minneapolis.

Un lungo procedimento giudiziario ne ha disposto la rogatoria internazionale ma le autorità statunitensi ad oggi non hanno fatto nulla: la statua resta lì e nessuno risponde ai solleciti reiterati della Procura di Torre Annunziata che ha inviato il provvedimento di confisca immediato, ma anche del ministero della Cultura e svariati tentativi diplomatici. Una indifferenza nei confronti di tre trattati internazionali stipulati tra Italia e Stati Uniti per la salvaguardia dei Beni culturali, ha indotto il direttore dei Musei statali, Massimo Osanna, a negare al museo di Minneapolis futuri rapporti di collaborazione, finché il Doriforo non sarà restituito all’Italia.

Il Procuratore Capo del Tribunale di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso, insieme con il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel – durante l’aggiornamento sulla collaborazione tra Procura e Parco, che si è tenuto nell’Auditorium degli Scavi di Pompei – hanno lanciato insieme un appello affinché si continui a parlare diffusamente di questa vicenda, ritenendo che solo un sollevamento dell’opinione pubblica nazionale potrebbe sbloccare la situazione.

“Il ministero della Cultura si è attivato. Ma la buona riuscita di una rogatoria internazionale dipende anche dai rapporti diplomatici. Perciò mi permetto che è necessario che se ne parli – ha detto Fragliasso -. Se le istituzioni di uno Stato si rendono conto che un’opera d’arte, un reperto archeologico di valore eccezionale appartiene a un altro Stato che ne rivendica la proprietà anche giudiziariamente, la restituzione, dovrebbe fare di tutto perché ciò avvenga. Finora sono passati già due anni”.

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