14 d.C. – 2014: il bimillenario dalla morte di Augusto in Campania

Sulle tracce dell’Imperatore Augusto

di Maria Cristina Napolitano

Nel 2014 si è celebrato il bimillenario dalla morte dell’imperatore Augusto, avvenuta a Nola il 19 agosto del 14 d.C., èCampania ne commemora l’evento, seguendone le tracce dal primo arrivo nell’isola di Capri allla morte a Nola. Un itinerario che si svolge in più luoghi all’interno della regione, ricostruendo il passaggio augusteo in Campania attraverso le opere pubbliche e private e le celebrazioni a lui dedicate dal popolo romano.

Il periodo del principato di Augusto è per la Campania uno dei periodi più prosperi dell’antichità. L’imperatore stabilisce a Capo Miseno la base della flotta romana nel Tirreno e costruisce grandiose opere pubbliche in tutte le città campane, migliorando anche la rete viaria. I veterani si insediano nei territori come assegnatari di ricchi poderi e le campagne rendono prodotti celebrati addirittura in versi, come il falerno nelle Odi di Ovidio. Numerose città vivono in questo periodo il loro momento di maggior splendore dal punto di vista economico ed edilizio. Il mito della Campania felix, diffuso da Plinio il Vecchio a partire dal I sec. a.C., trova nel periodo augusteo il suo apice. 

Iniziamo l’itinerario da Capri. Augusto trascorse sull’isola (prima ancora di Tiberio, a cui è legata la costruzione della grandiosa villa residenziale Villa Jovis) lunghi periodi durante il suo principato, contribuendo con la sua presenza a rendere celebri le meraviglie della costa campana. Era sbarcato sull’isola per la prima volta nel 29 a.C. di ritorno dall’Oriente e qui, secondo Svetonio, vide un leccio quasi morto, rinverdire. Interpretando questo evento come un segno premonitore, fondò sull’isola la sua Apragopolis, la “città del dolce far niente”. La dimora del princeps era ad ovest della Marina Grande, luogo funzionale alla vicinanza dell’approdo e ben riparato dal punto di vista climatico. Oggi di Apragopolis restano alcune tracce allo scoglio del Monacone e nel Palazzo a Mare (oggi Bagni di Tiberio).

Lasciandvilo Capri, appartenne ad Augusto, che la ricevette in eredità da uno dei suoi consiglieri, Publio Vedio Pollione, la villa del Pausilypon, situata a grande altezza sopra la baia di Trentaremi a Napoli.

Tra gli interventi pubblici di maggior imponenza databili all’età augustea in Campania va annoverato l’acquedotto augusteo (o del Serino o Claudio – sotto cui fu restaurato). L’acquedotto si alimentava dalle sorgenti del Serino (sulle montagne di Terminio-Tuoro, in provincia di Avellino) e con un percorso in gran parte sotterraneo di circa 96 km attraverso numerosi rami (tra cui il condotto in località Scalandrone a Bacoli ricordato con un’iscrizione marmorea) portava acqua a fontane e cisterne pubbliche o private. L’acquedotto attraversava tutta la pianura campana, arrivando sino alla Piscina Mirabilis a Bacoli; nel suo percorso forniva acqua potabile a numerosi centri cittadini, quali Napoli, Pozzuoli, Baia, Nola, Acerra e Pompei.

Il percorso antico dell’acquedotto è oggi in gran parte sconosciuto nonostante l’acqua delle sorgenti del Serino sia ancora sfruttata.

Ottaviano Augusto fu accompagnato in vita da numerose leggende che contribuirono a mitizzarlo, al punto che – si raccontava – gli obbedissero persino le rane. Sogni e segni premonitori creavano una connessione tra Ottaviano, il sole o le stelle, come monito dell’avvento di un’età aurea, poi narrata nei fregi dell’Ara Pacis come epoca di pace e giustizia incontrastate.

Dopo la morte, Augusto fu proclamato divus e divenne direttamente oggetto di riti religiosi. All’imperatore divinizzato si ergevano templi in cui i collegi sacerdotali dedicavano festività in corrispondenza del dies natalis. Anche in Campania, come in ogni parte dell’impero, si ha traccia dei luoghi di culto dedicati all’imperatore: il sacello degli augustali a Ercolano e a Miseno; il c.d. Tempio di Augusto a Pozzuoli.

Augusto morì a Nola il 19 agosto del 14 d.C. Colpito da un malore mentre era in viaggio fu costretto a fermarsi nella casa dei suoi antenati, successivamente consacrata a tempio dedicato al primo imperatore dell’Impero romano. Nella cittadina è ancora ricordato questo evento storico con una statua bronzea dedicata ad Augusto e collocata nella piazza del Duomo di San Felice a Nola

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