
Una programmazione quella del MADRE che spazia fra la multiculturalità e il senso civico
“La nostra mission è la capacità di far percepire lo spazio museale non come un magazzino di cose abbandonate, ma come uno spazio vivo, centro di sperimentazione, una biblioteca aperta a nuove idee dove tentare nuove strategie e nuove collaborazioni” – le parole della nuova direttrice artistica del Museo Madre Kathrine Weyr, presentando la nuova stagione di eventi e mostre che caratterizzeranno la struttura museale di Napoli.
Una struttura che non si è mai fermata e che dello smart working ha fatto il suo punto di forza grazie alla volontà di comunicazione tra più realtà; lo dimostra il fatto che la stessa Weyr, ha gestito il tutto da Parigi in questi mesi.
Sei progetti espositivi, più di trenta artisti provenienti da altrettanti paesi, sei nuove collaborazioni con enti e istituzioni pubbliche e private nel mondo, oltre venti realtà del territorio coinvolte: la stagione 2020/2021 del museo Madre, presentata per la prima volta, con un calendario di programmazione annuale, si prospetta ricca e intensa.
A dare voce agli eventi, durante la presentazione, c’erano Rossella Romano, direttore generale per le politiche culturali e il turismo della regione Campania; il presidente della “Fondazione Donna Regina” Laura Valente e il direttore artistico Kathryn Weyr.
Il Madre, museo d’arte contemporanea sito al centro di Napoli in Via Settembrini, dopo il lockdown ha subito riaperto l’iconico portone giallo ai cittadini, garantendo ai bambini e alle loro famiglie la possibilità di usufruire di spazi comuni e esser parte integrante della Factory, dimostrandosi spazio inclusivo e non d’élite.
“Le ottime prospettive del Museo sono collegate all’appoggio di politiche culturali e alle istituzioni che ben coadiuvate fanno da rete e supporto” – ci spiega Rossella Romano.
Laura Valente racconta i progetti prossimi, che vedono nel Madre la capacità di sintesi dei tanti linguaggi culturali: performance, danza, cinema e musica col filo conduttore della contemporaneità. Esempio pratico di questa volontà di fusione è la nuova installazione di Temitayo Ogunbiyi , un progetto possibile nonostante la distanza Napoli – Lagos e che in questo periodo più che mai rappresenta la volontà di abbattere le distanze.
La nuova stagione espositiva sarà inaugurata con la retrospettiva “Alessandro Mendini, piccole fantasie quotidiane ” (29 Ottobre 2020 – 1 Febbraio 2021), la prima in un museo pubblico italiano dopo la sua scomparsa.
A dicembre sarà presentato “Rethinking Nature” (17 Dicembre 2020 – 12 Aprile 2021), curato dalla direttrice artistica Kathryn Weir, un impianto innovativo il cui tema centrale sarà quello della necessità politica ed etica di costruire un nuovo rapporto fra l’essere umano e l’ecosistema in cui vive e orienta il suo gesto, declinata attraverso molte nuove produzioni di opere e una programmazione di eventi e laboratori che coinvolgeranno artisti di geografie e sensibilità diverse.
L’arte del grande fotografo tedesco Peter Lindbergh sarà al centro della mostra “Peter Lindbergh: Untold Stories” (25 Marzo 2021 – 28 Giugno 2021), progetto espositivo curato dall’artista fino a poco prima della sua scomparsa. Frutto di una prestigiosa collaborazione internazionale, la mostra, coprodotta dal Madre, è organizzata dal Kunstpalast, Düsseldorf con la Peter Lindbergh Foundation.
Ancora, la mostra “Bellezza e Terrore” – working title (24 Aprile 2020 – 28 Giugno 2021), nata dalla collaborazione tra Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee e il Goethe-Institut di Napoli. Il progetto espositivo affronterà temi quali colonialismo e fascismo, razzismo e violenza.
Il Madre è anche collaborazioni con il MANN Museo Archeologico Nazionale di Napoli, diretto da Paolo Giulierini, e il Teatro Stabile di Napoli, diretto da Roberto Andò, guardando anche alle eccellenze italiane come La Milanesiana ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi, con cui organizzerà l’inedita mostra fotografica di Carlo Verdone “Nuvole e colori”, che si inaugurerà il 30 luglio.
Il portone giallo è aperto, non ci resta che varcarne la soglia e immergerci nell’arte.