Nel racconto di Giuseppe Fresolone, un tuffo nella seconda guerra mondiale
La guerra è il fenomeno umano per eccellenza. Parlare di guerra impone riflessione e analisi, senso della realtà e pazienza. A Salerno s’è consumata una delle vicende di guerra più importanti del ventesimo secolo: operazione Avalanche, senza la quale non ci sarebbe mai stato il D-Day e il 6 giugno del 1944 le truppe angloamericane non avrebbero mai potuto sbarcare in Normandia.
Siamo ad Eboli, in provincia di Salerno, presso il Complesso monumentale Sant’Antonio, nato come convento nel XVI secolo oggi adibito a mostra di uno dei più grandi sbarchi degli eserciti alleati nella Seconda Guerra Mondiale. Lo sbarco di cui si parla è quello del 9 settembre 1943, Operazione Avalanche, che vede come teatro di guerra l’intero golfo di Salerno dalla costiera amalfitana fino a quella cilentana; le spiagge del litorale che vanno da Maiori ad Agropoli divennero punto strategico dell’offensiva alleata per poi risalire fino a Napoli e successivamente a Roma. Lo sbarco del settembre ’43 è solo il fulcro di primi bombardamenti ed incursioni degli angloamericani ai danni dei civili salernitani tra la fine del luglio e l’inizio di agosto. Per aiutarci a capire meglio le tattiche che i due eserciti adoperano, il MOA, tra le sale dedicate ai quattro eserciti in campo (Italia, Germania, Gran Bretagna e Usa), ha allestito una sala emozionale. Qui, coadiuvati da un videoproiettore e un plastico in rilievo del territorio, facciamo un tuffo nel passato. Bastano venti minuti per ritornare indietro di 70 anni.
Possiamo scegliere quale tra i tre fronti dell’offensiva dell’esercito angloamericano (mare, aria e terra) approfondire; è subito un turbinio di emozioni non appena parte la voce degli ufficiali che si fanno anche narratori dei propri diari di guerra: Robert Capa, Joe Steinbech e Jack Belden. Le loro testimonianze ci accompagnano nel viaggio attraverso i filmati originali dell’epoca. Alle operazioni di sbarco sulle spiagge di Paestum seguono immagini di edifici sventrati dai bombardamenti, militari caduti durante la sanguinosa battaglia per la presa di Salerno e civili che girovagano in vere e proprie città fantasma. Operazioni, per altro, che proseguirono per molto tempo anche dopo la conquista alleata: qui, infatti, gli angloamericani fecero le prove generali del D-Day per evitare gli errori. Alcuni anche grossolani, costati decine di vite nello sbarco di Salerno e che su larga scala avrebbero potuto decidere anche le sorti del conflitto. Se il videodocumentario agisce sulla componente emotiva, sul plastico in rilievo trova spazio quella che è la vera e propria strategia militare con l’avanzata degli alleati nelle tre operazioni di campo e la strenua difesa della Wehrmacht. La sala emozionale dà voce ai cimeli e alle fotografie presenti nel museo, è un viaggio multisensoriale nel quale si restituisce vita alle voci e alle testimonianze dell’epoca e, magari, vuole essere un monito perché non avvengano più certe barbarie.
Fu battaglia vera, lunga ed estenuante in cui si fronteggiavano gli eserciti anglo-americani e la Wehrmacht tedesca. Storia costellata da errori, anche marchiani, contrassegnata da episodi che il tempo ha conservato. Una storia umana, troppo umana quella della seconda guerra mondiale che merita d’essere raccontata al meglio. Lo scopo del Moa, come ci spiega lo storico Giuseppe Fresolone, è proprio questo: raccontare, tramandare e analizzare al meglio quanto avvenne a Salerno in relazione con tutto ciò che, nel frattempo, era già accaduto o stava accadendo nel mondo. Il Museo, gestito da Comune e Sophis, è aperto tutti i giorni dal mercoledì alla domenica mentre è visitabile su prenotazione di lunedì a mertedì.
“Il Museo nasce nel 2011 da un’iniziativa condivisa tra i Comuni di Eboli, Altavilla Silentina, Campagna, Battipaglia, Agropoli, Capaccio e Serre e grazie ai fondi dei progetti Por. La struttura, che ha aperto i battenti nel 2012, richiama ogni anno una media di 10mila visitatori. Al centro dell’esposizione c’è la sala emozionale dove è possibile rivivere, grazie a materiale d’epoca e alla tecnologia, le fasi salienti dell’Operazione Avalanche a Salerno”.
I visitatori arrivano da ogni parte del mondo: “La maggioranza dei visitatori arriva dal mondo della scuola. Classi di ogni ordine e grado sono arrivate qui da tutta la Campania, dal Lazio e dalla Lucania. C’è uno zoccolo duro, pari a circa il 20%, che è composto da turisti stranieri per lo più americani che arrivano qui a visitare i luoghi della memoria di quella che è stata una delle più celebrate vittorie militari statunitensi, un fatto storico a cui dall’altra parte dell’Oceano danno tantissima importanza”.
La guerra è fatta di persone, popoli ed esseri umani. Ci sono, al Moa, anche molti visitatori tedeschi: “Sono molto interessati, attenti e partecipi. Ciò denota un fatto, incontrovertibile: in Germania hanno saputo fare e bene i conti con la propria storia, cosa che in Italia purtroppo non è sempre avvenuta”.
Gli orari:
Mercoledì 10 – 13 / 15.30 – 18.30
Giovedì 10 – 13
Venerdì 10 – 13
Sabato 10 – 13 / 15.30 – 18.30
Domenica 10 – 13
Il Martedì solo su prenotazione