Amalfi. La cripta di San Filippo Neri e la chiesa dell’Addolorata

Alle spalle del duomo amalfitano sono conservati due gioielli monumentali

Alle spalle dell’imponente duomo di Amalfi, sono nascosti, quasi come a volerli tutelare, due gioielli monumentali: la cripta – oratorio di San Filippo Neri e la chiesa dell’Addolorata. Le due strutture, ubicate in una delle piazzette amalfitane più caratteristiche, sono vicine l’una all’altra e si raggiungono con facilità, salendo pochi gradini e percorrendo i suggestivi vicoletti bianchi nel centro di Amalfi. Entrambe sono gestite dall’Arciconfraternita Maria Santissima Addolorata e non sono visitabili al pubblico, se non attraverso una richiesta ed il consenso del capo priore della confraternita stessa. Grazie ad un’indagine archeologica si è scoperto che sul finire del XV secolo, sotto la chiesa più antica di Amalfi, quella di Santa Maria Maggiore (ribattezzata poi Chiesa Nuova), si realizzò una cripta funeraria, per accogliere i resti di personaggi ecclesiastici. Scoperta che rese la cripta di San Filippo Neri, un luogo tanto affascinante quanto macabro.

La cripta è costituita da tre navate e nella parte absidale della terza navata, sono state rinvenute otto tombe di fine ‘400. Nel ‘600 essa divenne, in seguito alla demolizione dell’antico solaio, un vero e proprio ossario, destinato ad accogliere i membri del clero locale. Di quegli scheletri, restano oggi visibili poche ossa, data l’umidità del luogo che ha comportato il degrado del materiale osseo. Sono stati rinvenuti durante gli scavi scheletri di sesso maschile, ritrovati senza corredo, eccetto uno di quelli che indossava un santo rosario in osso con un crocifisso in lega di bronzo.

Nel corso degli scavi sono stati rinvenuti anche numerosi frammenti ceramici, che indicano una frequentazione dell’area che va dal 1200 al 1500. Nel 1625, la chiesa di Santa Maria Maggiore, divenne un centro di movimento spirituale attorno ai padri di  S. Filippo Neri, i quali crearono un oratorio, da lì il nome della cripta. Per la costruzione della cripta è stata utilizzata la tecnica dell’incannucciata, visibile attraverso delle splendide volte. Essa racchiude alcuni dipinti del XIX secolo di pittore ignoto e diversi testi antichi.

La cripta, ristrutturata e inaugurata nel 2013, è oggi utilizzata per le adunanze dei confratelli e delle consorelle del Pio Sodalizio. Quest’ultimo nasconde le sue radici nel lontano 700. La Reale Confraternita “Maria Santissima Addolorata” prese vita nel 1777, quando il re Ferdinando IV di Borbone, diede il Regio Assenso al primo statuto sottopostogli dai confratelli. Una realtà religiosa molto sentita e unica forse nel suo genere, nel panorama ecclesiastico amalfitano. Ad ospitare l’Arciconfraternita, dopo decenni, ancora oggi, è proprio la chiesa dell’Addolorata. Una chiesa in stile neoclassico, ad un unico ambiente a pianta rettangolare. La struttura conserva tele seicentesche, una statua marmorea del ‘500 raffigurante la Madonna con il bambino. Ammirevoli le decorazioni in stucco presenti, il pavimento maiolicato di fine ‘700 e l’organo recentemente ristrutturato dal quale mosse i primi passi per la musica Antonio Tirabassi. Le sue melodie, ancora oggi sono intonate nella processione del venerdì santo. In quei giorni, le porte dell’Addolorata sono spalancate. I Confratelli infatti, organizzano il suggestivo Corteo dei Battenti, ovvero gli incappucciati vestiti di bianco che portano in processone la passione del Cristo.

Per visitare la cripta e la chiesa è possibile contattare l’Arciconfraternita all’indirizzo addolorataamalfimail.it o alla pagina facebook.

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