La storia dell’inedito personaggio disegnato da Disney che abitava il vulcano
Vive in una piccola casa alle pendici del Vesuvio, parla con un marcato accento napoletano, è una fattucchiera dai lunghi e folti capelli neri, possiede un corvo che si chiama Gennarino ed è ossessionata dalla “Numero Uno”. Dimenticavo: è una papera.
A questo punto gli accaniti fan (ma non solo) dei personaggi dell’universo Disney avranno capito che stiamo parlando di Amelia, la “strega che ammalia”, celebre personaggio che fa per la prima volta la sua comparsa nel dicembre 1961 su “Uncle Scrooge”, n.36 nella storia “The Midas Touch”, pubblicata in Italia con il titolo “Zio Paperone e la fattucchiera”. Entrata in possesso del tocco di Mida, Amelia deve realizzare un potente amuleto che si ottiene fondendo il metallo delle monete degli uomini più ricchi della Terra in un crogiolo da calare nella bocca del vulcano. Poiché l’unica moneta che le manca per poter realizzare l’amuleto è quella di Zio Paperone, Amelia viaggia periodicamente a Paperopoli per tentare di sottrargliela.
“Adoro l’Italia e la pizza! Quando ho creato Amelia, mi è sembrata una cosa carina presentarla come una ragazza italiana che vivesse alle pendici del Vesuvio” affermava il suo creatore, il disegnatore Carl Barks che immaginò Amelia come un misto tra Sophia Loren e Morticia Addams, molto lontana dallo stereotipo “tradizionale” della vecchia megera.
Del resto non è la prima volta che Napoli, il Vesuvio e la Campania hanno esercitato un certo fascino sui creatori dei cartoons: già nel 1954 con Neapolitan Mouse (Topo napoletano), 86imo cartone della serie Tom&Jerry diretto da William Hanna e Joseph Barbera, il gatto e il topo più celebri al mondo giungono a Napoli a bordo di una nave da crociera e qui vivranno una fantastica avventura in compagnia di un topo napoletano. In tempi più recenti, invece, la famiglia più famosa d’America, i Simpson, nella puntata numero otto della 17esima stagione vengono spediti in Italia da Montgomery Burns e ne approfittano per fare tappa agli Scavi di Pompei; mentre il Vesuvio e il suo golfo fanno da cornice a “L’avventura italiana” nella quarta serie Tv anime di Lupin III.
Ma il legame tra Amelia e il Vesuvio è davvero un legame forte ed esclusivo perché è proprio grazie al calore del magma del vulcano che lei prepara le pozioni magiche per sconfiggere il papero più ricco del mondo e riuscire a impossessarsi della Numero Uno. Non è quindi un caso che, in occasione del Napoli Comicon del 2014, il primo numero di Topostorie – il magazine mensile a fumetti Disney edito da Panini Comics e curato dallo sceneggiatore Massimo Marconi con i disegni di Salvatore Deiana – sia stato completamente dedicato alla nostra papera maliarda. Nella storia principale di “Dal Vesuvio con furore” che unisce i vari racconti antologizzati, Zio Paperone, in visita a un evento internazionale denominato Expa 2014, assaggia una pizza napoletana a forma di dollaro basata sulla ricetta di una fantomatica Nonna Lia. Quest’ultima non è altri che la fattucchiera Amelia la quale, una volta smascherata e catturata, viene sottoposta a un interrogatorio durante il quale incomincia a rievocare gli altri sfortunati tentativi di furto compiuti in passato.
Ma le sorprese non finiscono qui: da qualche tempo è possibile visitare la casa di Amelia sul Vesuvio percorrendo il suggestivo sentiero della Riserva Tirone, quello che collega la Strada Provinciale Vesuvio con la Strada Matrone di Trecase. Ricavata all’interno di una delle casematte poste a quota 500 metri che venivano utilizzate nella seconda guerra mondiale come postazione antiaerea, troverete alcune sagome tridimensionali, la scopa della fattucchiera, il corvo Gennarino e il pentolone degli incantesimi nonché alambicchi e filtri magici.