Angeli Ribelli: la nuova mostra di Fabio De Santis a Napoli

Ventitrè le opere esposte, un mix tra sacro e profano

Può un luogo che sembra esaurito e senza speranze rinascere a nuova vita come una fenice dalle proprie ceneri? A Napoli può accadere: ed ecco che un antico monastero poi divenuto ospedale diventa una casa per l’arte.

Siamo alle pendici del colle di Sant’Elmo, ai margini dei Quartieri Spagnoli, un luogo boscoso e lontano dal caos cittadine che, evocativamente, veniva chiamato dagli storici del Seicento il Paradiso. Nella quiete di questi luoghi una donna, Vittoria de Silva, scappata dal matrimonio con il conte Emilio Caracciolo, decise di diventare monaca e costruire un grande monastero. Ben presto a lei si aggiunsero altre rampolle di nobili famiglie napoletane e il sacro cenobio divenne ben presto ricchissimo, tanto da essere scelto da Carlo V di Spagna come luogo dove stare nella sua visita a Napoli. Racconta il buon Carlo Celano che qui si mangiava su piatti d’argento e che le religiose avevano persino un lago privato dove su barche a forma di gondola si divertivano e prendevano il sole. Dopo tanto splendore arrivò la decadenza. Nel 1808 il Complesso della Trinità delle Monache fu soppresso ed i locali furono trasformati in Ospedale Militare. questa destinazione d’uso è durata sino al 1992. Dopo, l’abbandono e l’incuria totali.

La struttura è stata da poco oggetto di una parziale riqualifica e l’area del giardino è diventata il Parco Urbano dei Quartieri Spagnoli. Gli interni invece, grazie alla Casa del contemporaneo, rivivono ed ospitano la mostra “Angeli ribelli” di Fabio De Santis.

Nato a Genova nel 1980, l’Artista esplora attraverso le 23 opere esposte, il tema del corpo e della ribellione, in un mix tra sacro e profano che ben si armonizza con la doppia natura di Napoli, che da un lato ha una forte componente religiosa, ma dall’altro questa fede sfocia nella superstizione e nel folclore. Una delle caratteristiche più interessanti della sua produzione artistica riguarda la scelta di utilizzare come supporto o tavole di legno per i quadri di piccole dimensioni o teli di lino per quelli più grandi. Il colore primario è il nero ed il colore è assente, una assenza che nel mondo dell’arte oggi può sembrare una provocazione, o forse un invito a riflettere ed a concentrarsi sulla essenza delle cose.

Le opere esposte ruotano intorno quattro grandi temi, sapientemente inserite all’interno degli spazi dell’ex complesso religioso. Dal giardino al primo piano, attraversando le antiche scale, il visitatore è accompagnato in questo percorso di elevazione fisica e spirituale dagli angeli: un punto di incontro tra l’Artista e Napoli è senza dubbio il barocco attraverso l’incontro con i due mostri sacri della pittura partenopea, Luca Giordano e Caravaggio. San Michele scaccia gli Angeli Ribelli, rielaborazione del giordanesco quadro del 1666 conservato al Kunsthistorisches Museum di Vienna pone l’attenzione del visitatore su quel groviglio di corpi ingarbugliati che precipitano verso l’Inferno. Un’altra opera riprende le Sette opere di Misericordia, il quadro di Caravaggio per il Pio Monte, che offre un interessante spunto di riflessione sul valore della corporeità e della fede, la misericordia passa attraverso il corpo che si fa seno di Pero che porge la mammella al padre Cimone affinche si nutra di latte in carcere, mano che dona il mantello al povero affinchè non abbia freddo, piede del defunto che viene seppellito dal becchino. Tra tutti i corpi ecco anche quello dell’Artista, inserito nell’opera tanto da fondersi in essa e diventarne parte integrante.

Dai corpi dei Santi a quelli del Popolo. Il secondo nucleo di opere insiste sul tema del corpo che si fa disobbedienza e violenza, con quadri che riprendono foto delle contestazioni del G8 di Genova. La cronaca diventa pittura, cristallizzando quei momenti che così diventano infiniti e memoria per le prossime generazioni. La forza di chi ha lottato tra lacrimogeni e manganellate affinchè non venisse strappato il futuro e ridotto in brandelli è ora un oggetto d’arte. Nella splendida cornice dell’ex refettorio delle monache, tra lacerti di affreschi sacri che sono sopravvissuti alla incuria ed alla devastazione, si apre la sezione dedicata alla devozione. Il corpo qui è quello dei devoti alle statue dei Santi che danno vita al processo di identificazione col divino. La molteplicità qui non esiste, in un solo palpito di cuori tutti sono rivolti al Patrono divino sperando in cuor loro che la preghiera venga accolta. Si da vita ad una precisa ritualità e gestualità che quasi contrasta col senso di rivoluzione della stanza precedente, qui invece l’attesa statica è per un mondo ultraterreno. Immobile ma felice e beato per l’eternità. L’ultima sezione è dedicata ai corpi di chi non si riconosce in ciò che è ma cerca di essere altro, Carmela, Patrizia sono i simboli di chi incarna in sè una lotta e una dicotomia e cerca a tutti i costi di afferrare la serenità. E se questa passa per la sofferenza e il dolore, ben venga questo passaggio per vedere poi fuori la luce.

“Angeli ribelli” di Fabio De Santis
Ex Ospedale Militare
Vico Trinità delle Monache, 1
dal 21 settembre al 6 ottobre 2024

L’ingresso è gratuito.

Event Details
  • Start Date
    Settembre 21, 2024 9:00 am
  • End Date
    Ottobre 6, 2024 9:00 pm
  • Status
    Expired
  • Location
  • Category
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