
A Palazzo Fondi l’esperienza immersiva nel mondo della grande pittrice messicana
“Hola buenos dias, bienvenidos a la exposiciòn dedicada a Frida Kahlo…” Parla così Antonio Torbio Arèvalo Villalba, uno dei curatori della mostra dedicata alla pittrice messicana, lui parla e noi siamo già nel suo mondo.
Palazzo Fondi, splendido edificio settecentesco che conserva affreschi di Paolo De Matteis e Giacomo del Pò, per l’occasione, si veste di fiori, piante, pappagalli e scimmie. Il cortile è un festoso e verdeggiante “Barrio botanico”, al piano superiore c’è Frida. La sala è buia, e lei appare su due pannelli multimediali, osserva, muove le mani, si culla tra le braccia della sua balia, indossa abiti della tradizione, è paladina della messicanità.
Ci sono le due Frida, ovunque il suo dualismo, orgogliosa e fragile, ambigua e caparbia, costretta nel suo corpo sofferente e malandato da cui seppe liberarsi volando lontano con i suoi pennelli ed i suoi colori. Lei era la paloma. Fin dalla nascita ebbe gravi problemi di salute, prima la poliomielite poi il tragico incidente in autobus, la disabilità e le gravidanze interrotte: i suoi dolori fisici e morali sono scritti sulla tela. Ci sono quadri di Frida? Sì, uno: “Piden aeroplanos y les dan alas de petate” e poi, tutt’intorno, ci sono opere di Diego Rivera, il più grande muralista del Messico e suo, due volte, marito. Per vedere tutto di Frida bisognerebbe andare in Messico e visitare la “Casa Azul” ma, se questo non è possibile, allora la “Casa Azul” viene da noi.
Suscita una certa suggestione vedere, in alcune sale, la ricostruzione della sua camera da letto con tanto di scheletri, stampelle e letto a baldacchino, o entrare nel suo studio con colori, cavalletto e sedia a rotelle. Ci sono poi le riproduzioni di collane e gioielli e dei coloratissimi abiti fiorati riprodotti con cura da Enamoramex by Ancheita, casa di modo messicana che ha realizzato anche il famoso abito Tehuana che fece conquistare a Frida la copertina di Vogue.
Sì, Frida è anche icona di moda, oggi esiste una linea a lei ispirata chiamata “Viva la Frida” parafrasando proprio una delle sue frasi più celebri. “Viva la vida”, pronunciata con forza poco prima di morire, è slogan di giallo colore che prorompe sulle pareti delle sale mentre si ascolta il canto di Chavela Vargas, “La llorona”. Degna di nota è senza dubbio la sala con una serie di fotografie di Leo Matiz, fotografo colombiano ufficiale della pittrice messicana e grande amico di Rivera: qui Frida è più viva che mai, immortalata in pose intime e naturali anche in momenti cruciali della sua vita, sempre avvolta nei suoi abiti sgargianti, sempre con Diego. Queste foto valgono quanto quadri d’autore. Infine, una piccola chicca che forse farà storcere un pò il naso agli storici dell’arte ma, quando si tratta di una esperienza anche immersiva, ci sta tutta: una piccola sala cinema 4D che ci conduce nel mondo di Frida e su quell’autobus dove avvenne il terribile incidente e dove tutto ebbe inizio. Era il 17 settembre del 1925.
Frida aveva detto: “Abbi il coraggio di vivere perché chiunque può morire“. Ecco, chiunque. Non Lei.
Palazzo Fondi “Frida Kahlo, Il caos dentro” fino al 9 gennaio 2022
Biglietti: online su Ticketone 14€ biglietto intero weekend e festivi 12€ biglietto intero giorni feriali 10€ biglietto ridotto per giovani fino a 14 anni, over 65, convenzioni ed universitari 16€ biglietto open 5€ Scuole gratis per bambini fino a 5 anni.