
Antico casale risalente all’epoca romana, punto nevralgico del Dazio e luogo di culto di San Gennaro
Il Borgo di Antignano rappresenta il nucleo abitativo più antico del Vomero. Il suo fascino è indiscutibile ed i suoi vicoli trasudano di storia millenaria ed antiche tradizioni. Antignano è semplicemente il Vomero che non ti aspetti: stradine strette, colori vivaci e voci di mercato.
Esso si estende lungo la via Antignano, il largo Antignano, il vico Antignano, la via Giuseppe Recco (già via Nuova Antignano), nonché il tratto superiore di via Annella di Massimo, parte di piazza degli Artisti e via San Gennaro ad Antignano.
I primi insediamenti abitativi rurali, risalgono all’epoca romana prima di Cristo, ed erano attraversati dalla via Puteolis Neapolim per colles, ovvero “Da Pozzuoli a Napoli attraverso le colline”. Intorno al secondo secolo, la strada fu messa a nuovo e chiamata via Antiniana. Discussa è l’origine del nome, da attribuire o all’imperatore Antonino o perché vicino alla zona di Agnano. A quei tempi, la collina vomerese si chiamava Paturcium, nome derivante da quello del Dio Janus (Giano), al quale il colle era dedicato.
Agli inizi del Medioevo, lungo quella strada e le altre vie consolari che univano Napoli a Nola, ad Atella, a Capua e a Cuma, si formarono tantissimi piccoli insediamenti agricoli chiamati “casali“. Antignano risulta, uno degli oltre cinquanta casali che circondavano Napoli, i cui abitanti scendevano nella città a vendere prodotti agricoli. Ancora oggi, infatti, tutte le mattine si svolge il Mercato di Antignano, con bancarelle e venditori di frutta, verdura, pesce, prodotti da forno e abbigliamento.
Nel XV secolo, il borgo, viene menzionato come proprietà della nobile famiglia Capece e verso la fine secolo, il poeta Giovanni Pontano, ministro di Ferrante I e di Alfonso II d’Aragona, vi fece costruire una magnifica villa con i celebri horti, da lui stesso cantati nei suoi componimenti. In Via Anella di Massimo, sono visibili i resti della villa.
Merita senza dubbio una visita, la Basilica di San Gennaro ad Antignano nell’omonima via. L’edificio risale ai primi del 900, al suo interno troviamo uno splendido mosaico di San Gennaro situato sotto al soffitto, nella zona absidale. All’esterno della basilica, in via Conte della Cerra, è presente un’effige del santo patrono del V secolo: secondo la storia, è li che avvenne la prima liquefazione durante la traslazione delle spoglie da Pozzuoli a Capodimente. All’intnero del vecchio borgo, ancora oggi è vivo e sentito il culto del santo.
In epoca borbonica, Antignano fu un punto nevralgico del Dazio, di cui si conserva ancora la sede, un piccolo edificio a due archi sul cui fianco campeggia l’iscrizione: “Qui si paga per gli regj censali“.
Lungo la via Arenella, si svolge dal XVII secolo una grande e famosa processione vomerse che forse non tutti conoscono: il Mistero di Antignano. Si tratta di una manifestazione religiosa e folcloristica, che si celebra a Pasqua, una proiezione tipica dell’antico teatro medioevale, risalente probabilmente ai tempi di Carlo D’Angiò. La processione era stata abolita circa 50 anni fa e ripristinata solamente nel 1993.