Il borgo di Castello, come tornare indietro nel tempo

Resti di fortificazione e la Chiesa di Santa Maria Assunta, in viaggio nella storia campana

Si sale al borgo medievale di Castello, nel comune di Gragnano, attraversando la suggestiva Valle dei Mulini. L’accesso avviene da una delle porte antiche che ancora si conservano nel piccolo borgo che domina dall’alto la piana, immerso nei Monti Lattari.

Particolarmente interessante è la visita ai resti del castello e alla Chiesa di Santa Maria Assunta che sorge nel centro del borgo. Ciò che resta del castello, da cui il nome del borgo e che fu eretto nel IX secolo ad opera degli amalfitani, è inglobato nella chiesa risalente probabilmente al XII secolo.

La chiesa con il tetto a pagoda ha nella parte anteriore un nartece in cui sostavano i catecumeni prima di essere ammessi come cristiani, ha tre aperture arabo-sicule di cui quella centrale ha un arco con protomi animali in tufo. La scala di accesso è stata aperta nell’800 all’interno di una delle torri del mastio.

La chiesa si rese necessaria come luogo di culto all’interno del borgo e venne utilizzata anche come arcipretura.

Nell’interno in tre navate si nota il restauro avvenuto dopo il Concilio di Trento che ha coperto la costruzione romanica della chiesa, in cui sono evidenti i pezzi antichi riutilizzati come ad esempio le colonne. Sull’altare compare una pala di Decio Tramontano databile al ‘500 e al di sopra una tela seicentesca.

Il lettorile marmoreo sull’altare faceva parte di un ambone che nel XVIII venne smontato per essere ricostruito sull’altare. Tra le varie parti scomposte resta il lettorile, riconosciuto come Santo Mamozio erroneamente, vi compare un uomo che ha in una mano un rotolo, in alto l’aquila che afferra con i suoi artigli la testa dell’uomo e nella mano destra il serpente che si avvolge alla gamba.

Un fonte battesimale all’ingresso della chiesa, nel battistero rivestito di marmi e colonne, conserva lo stemma della famiglia de Medici di Firenze che avevano a Gragnano delle grandi proprietà. La struttura è composta da pezzi di varia cronologia tra cui la parte lignea cinquecentesca è perfettamente intatta grazie al legno di sicomoro etiope di particolare resistenza. Altro elemento importante è l’acquasantiera cinquecentesca con nel piede un capitello capovolto con quattro scudi e i simboli della famiglia Colonna. In uno di questi scudi c’è l’iscrizione EUDO EPS che si riferisce quasi sicuramente ad un vescovo. 

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