Celestino V, il gran rifiuto e il Conclave al Maschio Angioino

Il maniero napoletano è stato sede di un’elezione papale

Tra le tante cose nascoste che Napoli, tra chiese, palazzi e luoghi sconosciuti ai più, questa volta ci piace raccontare di un avvenimento di cui poche persone conoscono.

Nel periodo medievale, in particolare quello a cavallo tra XIII e XIV secolo, il governo degli angioini e il loro programma culturale fece della città partenopea una capitale europea di gran lustro; tra edifici ed opere d’arte Napoli diventò fulcro della cultura non solo del suo Regno, ma della scena europea.

Fu proprio in questo periodo che Napoli divenne la sede del papato, che si insediò in città occupando le sale di Castel Nuovo, reale baluardo difensivo. 

Per trovare le origini di questo avvenimento e degli stretti rapporti degli angioini con il papato bisogna ritornare alla metà del XII secolo quando Carlo I, futuro re di Napoli, aiutò lo stato pontificio a liberare le sue terre dall’occupazione, ormai lunga, della famiglia tedesca di Federico II, gli Hohenstaufen; fu così che Urbano IV donò a Carlo il Regno di Sicilia che comprendeva anche Napoli, consegnando ai francesi un grande potere politico destinato a crescere.

Con la famosa rivolta dei Vespri del 1282, poi, la Sicilia fu perduta ed il distacco creò il Regno di Napoli; fu alla morte di Carlo I, lasciando al figlio Carlo II la carica, che il rapporto con il Regno Pontificio si intensificò data anche l’intenzione comune di cacciare gli Aragonesi dalla Sicilia e tornare in possesso della Sicilia.

Nel marzo del 1294 si stava tenendo a Perugia quella che sarebbe stata una delle elezioni più lunghe (durò quasi 2 anni), e Carlo, forte dei suoi rapporti con il papato e la comune intenzione di voler riconquistare la Sicilia, cercò di fare pressione sui cardinali per dare filo da torcere agli Aragonesi, ma il collegio restò sordo alle richieste. Il re così fu costretto ad imporre il nome di Pietro dal Morrone, suo protetto, come prossimo pontefice; si trattava di un eremita molisano che si era ritirato sui monti dell’Abruzzo volendo rimanere isolato dalla mondanità. Nonostante tutto, questi fu eletto poco dopo l’intervento di Carlo e la stretta alleanza tra i due fu confermata quando il re di Napoli presenziò all’incoronazione avvenuta a L’Aquila il 24 agosto 1294 ed insieme al figlio, al fianco del Papa durante l’ingresso in paese, che avvenne su di un asino, mantenne le redini dell’animale facendo capire come sarebbe stato proprio lui a reggere quelle del papato da allora in poi.

Così la sede papale si traferì a Napoli e non si può non credere che sia stato tutto per volere di Carlo II; da allora in poi ogni decisione fu presa su pressione e volere del re di Napoli. Il nostro Maschio Angioino, nel frattempo, diventò il centro del mondo cristiano.

Con il passare del tempo però l’ingerenza di Carlo nelle questioni del papato e la riconosciuta inadeguatezza di Celestino a tener testa al re ed alle sue mansioni di capo delle Chiesa, gli fecero decidere, dopo soli 4 mesi di pontificato, di fare un passo indietro e di commettere quel “gran rifiuto” che Dante gli accollerà mettendolo tra gli Ignavi nella sua Commedia.

Ed ecco aprirsi le porte di una nuova elezione papale che, come da legge, si sarebbe tenuta nel luogo di morte o rinuncia del pontefice; Napoli quindi sarebbe stata testimone e teatro, per la prima ed unica volta, di un’elezione papale.

Lo scenario rimase quello del Maschio Angioino ed il tempo che si dovette aspettare per l’elezione del nuovo Papa fu brevissimo, tanto che il 24 dicembre dopo solo il terzo scrutinio, le sale del castello napoletano conobbero Benedetto Caetani pontefice con il nome di Bonifacio VIII. Lo stimato cardinale-giurista, accusato anche di essere aver subdolamente consigliato le dimissioni al suo predecessore, fu da subito chiaro nel voler ristabilire ordini e poteri cosicché fece decadere la gran parte delle decisioni prese da Celestino e da subito ordinò di riportare la sede a Roma. Il Caetani decise, infatti, di farsi incoronare solo dopo che tutta la corte fosse rientrata in città prendendo possesso del potere il 23 gennaio del 1295.

Terminò così quel breve periodo insolito per Napoli e magari quando visiteremo le splendide stanze del famoso castello, che svetta ancora maestoso, ci ricorderemo di un tempo in cui la nostra città fu capitale di due regni contemporaneamente.

a cura di Liberato Schettino

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