Dalla terrazza dei Lattari, il Santuario di San Michele

Il culto legato ai Santi Catello ed Antonino è stato arricchito nei secoli da miracoli e leggende

La penisola sorrentina è ricca di chiese e santuari siti in posti  panoramici. Tra le più belle chiese della costiera, rientra certamente quella di San Michele Arcangelo ubicata sul punto più alto del Monte Faito nel comune di Pimonte. 

Con i suoi 1131 metri, il monte è una delle cime della catena montuosa dei monti lattari e ad esso si ha accesso sia da Castellammare di Stabia, sia da Vico Equense.

Dal santuario si gode di uno spettacolare panorama che parte da Capri ed arriva fino a Napoli ed oltre, lambendo con lo sguardo la costa casertana.

San Michele arcangelo è patrono della chiesa universale e la sua devozione è molto diffusa in diverse località dell’arcidiocesi. La storia del santuario ed il culto micaelico sul Monte Faito risalgo al VI secolo e sono strettamente collegate alle figure di San Catello e Sant’Antonino, santi patroni di Castellammare e Sorrento. Sulle pendici della montagna, nel medioevo chiamata Monte Aureo, i due si raccolsero in preghiera e trovarono rifugio insieme alla popolazione, per difendersi dalle incursioni longobarde. Il legame tra San Catello ed il monte è  ancora oggi, tra gli abitanti di Stabia, molto sentito infatti la grotta presso la quale il patrono di Castellammare e Sant’Antonino si riunivano in preghiera, nei pressi di Portaceli, è detta proprio “di San Catello”.

Fu qui che, narra la leggenda, una notte San Michele arcangelo, apparve in sonno ai due santi ed ordinò la costruzione di una cappella in suo onore, fu così che sulla cima più alta dei monti Lattari, chiamata Molare, venne costruito un primo tempio in legno. Grazie all’aiuto del Pontefice che offrì il piombo necessario per rifinire il tetto, il tempio fu migliorato divenendo meta di numerosi pellegrinaggi e con il passare degli anni uno dei più importanti d’Europa. Accanto all’altare di San Michele, sorsero in seguito, nel tempio, gli altari dei santi fondatori, Catello e Antonino.

Nel 1392 il santuario ricevette il titolo di abbazia. Quel che rese il tempio luogo di culto, di speranza e di preghiera per gli abitanti del posto e per i numerosi pellegrini, fu il miracolo della sudorazione di manna dalla statua marmorea di San Michele, risalente al 1558. La storia racconta che durante l’invasione dei turchi a Sorrento, un gruppo di fuggitivi, scampati alla prigionia, si rifugiò sul Faito per chiedere l’aiuto del santo. Questi fece sgorgare dalla statua gocce di sudore ed il giorno dopo la città fu liberata dagli invasori. Anche negli anni successivi, il miracolo fu molto frequente. Proprio in virtù di questo miracolo al tempio di San Michele era soliti recarsi  fedeli e pellegrini anche il 19 gennaio, giorno della festa del patrono San Catello ed anche allora si presentava il fenomeno della sudorazione della manna, quasi come se il santo volesse ringraziare il vescovo di Stabia per la costruzione del tempio.

L’originale statua di San Michele oggi è conservata all’interno della concattedrale di Maria Santissima Assunta a Castellammare di Stabia. Negli anni il santuario ha subito svariati danni ed è stato più volte ricostruito. L’attuale struttura è stata edificata sulla cima del monte Cercatole, in una posizione diversa da quella costruita dai santi Antonino e Catello, e consacrata il 24 settembre 1950. Si presenta a navata unica in stile contemporaneo, il santuario ha un altare in legno, una statua di san Michele realizzata da Edoardo Rubino e due statue raffiguranti san Catello e sant’Antonino opera di Francesco Jerace.

Tra le principali celebrazioni solenni del santuario si ricorda il 29 settembre la festa liturgica di San Michele Arcangelo e il 1 agosto giorno della dedicazione della chiesa. Numerose sono le strutture collegate al santuario, che ospitano i giovani e le famiglie della diocesi, principalmente per ritiri e campi scuola. Così come, svariate sono le attività e i pellegrinaggi promossi dal santuario, in particolar modo l’oramai conosciuto Cammino dell’Angelo, iniziativa che nasce nel 2006 per volontà di Don Catello Malafronte, rettore del santuario.

La struttura è aperta dalla domenica di pasqua al mese di ottobre e gli orari delle celebrazioni sono da giugno a settembre alle ore 12:00 e alle 18:00, mentre ad ottobre la santa messa è celebrata solo alle ore 12:00.

Apertura: 12.00 – 18.00 solo domenica.

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