Donne, grandi maestri, libri e medicina: la Scuola Medica salernitana

La più antica università medica del Medioevo tra storia e leggenda

Le donne, i grandi maestri, i libri e la medicina. Certo, Ariosto non scrisse proprio così però fatto sta che la Scuola Medica salernitana è un’istituzione le cui radici affondano nella leggenda.

Quattro saggi, un ponte e una masnada di diavoli. Il mito fa risalire la nascita della più antica università medica del Medioevo all’incontro fra quattro uomini speciali, rappresentanti, ognuno, del sapere proprio delle rispettive culture che si confrontano, finendo quasi per unirsi, con il fine alto e nobile di aiutare il progresso della scienza. Se siano mai esistiti, poco importa. La leggenda però racconta di come, sotto al ponte dei Diavoli – che ancora oggi esiste e continua a rimanere un punto di riferimento quasi imprescindibile per i salernitani – venissero a convegno il latino Salerno, il greco Ponto, l’ebreo Elino e l’arabo Adela. I quattro sommi maestri decisero di stabilire nella città a cavallo tra il mare e la collina, un presidio di cultura e studio che desse la possibilità alla medicina di progredirsi e di compiere importanti passi in avanti.

Se la leggenda è fumosa sulle origini, la storia, invece, parla di un ambiente vivace dove, effettivamente, le culture riuscivano ad incontrarsi e dove era possibile lavorare ed operare in piena libertà. A testimonianza dello spirito che all’epoca animava la Scuola medica salernitana c’è un fatto innegabile e attestato da numerosissime fonti: l’esplosione dell’intellettualità femminile, o, in altri termini, l’emancipazione della donna nel nome della scienza. In un tempo, il Medioevo, in cui tutto ci aspetteremmo tranne che il protagonismo femminile nelle arti e nelle scienze. Maledetta retorica rinascimentale!

Importanti figure di medici e chirurghi operarono a Salerno, tra di loro c’erano tantissime donne. Abella Salernitana, Trotula de Ruggero, insigne dottoressa e “make-up artist” ante-litteram, Francesca Romana, Rebecca Guarna, Costanza Calenda – figlia di Salvatore, a cui ancora oggi è dedicata una delle strade più importanti di Salerno -, Mercuriade che si occupò dei primissimi trattati relativi alla peste. Donne straordinarie figlie di un’epoca straordinaria in cui, tra conflitti, guerre, carestie, pestilenze, viaggi intercontinentali a dorso di muli, il mondo usciva dalla grande paura dell’Anno Mille per iniziare a (ri)costruire le basi della cultura europea e mediterranea.

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