“Se usati bene, i social hanno il potere di migliorare il senso critico dei giovani”
“Napoli è il paradiso per i lettori. Alle librerie antiche, piccole o grandi che siano, specie alle meno note che già non stavano affrontando un periodo felice, dico di tenere duro, di non arrendersi e di aprirsi al mondo dei social, che spesso dai decani viene visto come il male, ma è una vetrina di tutto rispetto” – Emanuela Sorrentino racconta ad ecampania.it, la sua esperienza di book infulencer ai tempi del Covid-19.
Molti professionisti nel campo dell’editoria, si sono visti spaesati e ai più non è rimasto che adattarsi alle esigenze del momento: “Sono di insicurezze e ansie, le librerie chiuse – ancora per poco, per fortuna – sono fonte di tristezza, ma scrittori, editori e librai non si fermano e a modo loro cercano di allietare il lockdown con iniziative digitali: aspetto il ritorno alla normalità, le librerie hanno bisogno di tutto il nostro aiuto per ammortizzare il danno”.
Emanuela vive a Napoli, è laureata in Archeologia e Storia dell’arte e come spesso lei afferma, trotterella tra musei e librerie. E’ una SMM freelance, ma soprattutto è una mamma. Da qualche anno, la sua pagina Instagram “Manumomelibri”, è diventata un porto sicuro per molti appassionati: “Dico sempre che la mia pagina è come un condominio affollato, si parla in libertà, ci si consiglia e i toni sono sempre allegri. Le persone hanno bisogno di fidarsi e vogliono un consiglio da una persona “normale” non da parte di un critico letterario. Chi è sui social ambisce a un’informazione veloce e pop e questo è quello che tento di fare: raccontare l’emozione di un libro e incuriosire il lettore a saperne di più nello spazio di un post”.
La pagina social di Emanuela è caratterizzata da un feed riconoscibile, colori pastello, fiori freschi e prevalentemente classici: “Il primo libro di cui ho ricordi è ‘Il giardino segreto’, avrò avuto 7/ 8 anni. Era un’edizione piena di illustrazioni, lo leggevo, lo terminavo e ricominciavo. Tendo a rileggere ciò che amo, ma due libri in particolare sono la mia coperta di Linus: Cime Tempestose e Dracula”.
Cerchiamo di fare chiarezza, sulle nuove figure digitali che sono nate in questi anni: “Con la trasmigrazione di gran parte delle persone sui social è normale che il metodo informativo sia da ricercare nei canali a disposizione. Quello che prima era solo ad appannaggio della carta stampata sta spostandosi un rete. Il book influencer è la risposta alla possibilità che danno i social di creare uno spazio in cui parlare delle proprie passioni, in questo caso i libri. Diciamolo pure, è un termine bruttino, io preferisco ispirare anziché influenzare. È un percorso fatto di costanza e coerenza: c’è il rischio di omologarsi ma se si ha passione, costanza e iniziative sempre nuove le soddisfazioni arrivano. Io Ho aperto la mia pagina nel gennaio 2017 e ad oggi sono sui 40.000 followers”.
Ma quali sono i rapporti tra gli “influencer” e le case editrici? “Queste ultime, inviano pubblicazioni di punta in cambio di una recensione e se ci sono eventi, si va sul posto per raccontare ai propri followers un incontro con l’autore o per rendere nota la linea editoriale e il catalogo prossimo. In questo tempo sospeso, abbiamo dato un grande supporto alle case editrici: prima della pandemia ero solita recarmi nelle librerie del centro, parlavo coi librai e poi riferivo sui social, era un modo per mettere in comunicazione due mondi affini”.
Emanuela crede fermamente che i social possano beneficiare alla cultura – se usati bene – e migliorare il senso critico dei giovani: “Proprio in questi ultimi tempi, per rispondere alle richieste di chi desiderava avvicinarsi ai classici della letteratura sono nati gruppi di lettura: uomini e donne da Nord a Sud Italia, uniti tra le pagine di un libro”.
Ha le idee chiare sui progetti futuri: desidera trovare stabilità lavorativa nel mondo dei libri e dell’informazione culturale e avvicinare i giovani ai classici che vengono sempre guardati con diffidenza: “Mi mancano due odori, quello del mare e quello delle librerie. Appena l’emergenza finirà è lì che scapperò” – conclude Emanuela.