La casa museo ricorda la giovane protagonista del romanzo di Alphonse de Lamartine
“Si formano più legami e parentele d’anima in otto giorni tra gli uomini più vicini alla natura che in dieci anni tra le persone della così detta buona società”, è quello che scriveva il francese Alphonse de Lamartine autore di Graziella, il romanzo ispirato al suo primo viaggio in Italia, che lo porterà a conoscere l’isola di Procida e i suoi abitanti.
Un incontro fortuito, avvenuto a metà dell’800, dal quale nasce un amore per la giovane abitante di Procida. Tra la dolcezza del luogo e il profumo del mare, la fanciulla dagli occhi neri e dalle lunghe trecce fa perdutamente innamorare il protagonista, grazie alla sua semplicità e alla sua bellezza selvaggia: caratteristiche che annualmente vengono rintracciate tra le giovani dell’isola – di età compresa tra i 15 e i 25 anni – in occasione dell’elezione della Graziella che è qualcosa di diverso da un concorso di bellezza.
La fanciulla incoronata nel corso della Sagra del Mare, infatti, incarna le suggestioni del personaggio letterario, ma anche la memoria dell’isola di Procida, i suoi usi e i suoi costumi, come quello settecentesco ricamato in oro che viene indossato dalle partecipanti.
Seguendo “il filo di Graziella” ci si appropria dell’anima più vera dell’isola che potete ritrovare aggirandovi per le sale del secondo piano del Palazzo della Cultura – a due passi da Terra Murata e difronte l’Abbazia di San Michele – che dal 2011 ospita “La Casa di Graziella” il museo-casa demoetnoantropologico dell’Isola di Procida, voluto dall’omonima associazione con la collaborazione del Comune.
Il piccolo museo coniuga tradizione e letteratura, memoria e identità di Procida, tanto che Graziella diventa un pretesto per immergersi nella storia dell’isola.
Una cucina, una zona di antichi mestieri, un salottino un po’ più aristocratico che accoglie il volto di Graziella, una stanza da letto a strapiombo sul mare, con gli usi e consumi dell’isola e poi foto d’epoca, ogni genere di utensili, cartoline, un omaggio al patrono San Michele Arcangelo e poi il volto della ragazza disegnato sulla parete bianca di una stanza, ma nessuno giura che corrisponda effettivamente alla fanciulla descritta nelle pagine del romanzo.
La casa museo è aperta nel corso dei mesi estivi, in inverno è possibile visitarla solo durante il periodo natalizio.