
L’allestimento in via Duomo a Napoli nel “Palazzo che cammina”
Venti metri per salvare la bellezza. Venti metri per “scampare” alla distruzione del Risanamento. Venti metri per permettere l’allargamento di via Duomo e non veder scomparire per sempre un palazzo che nella sua architettura quattrocentesca richiama il fascino del rinascimento fiorentino e che al suo interno offre uno spazio pensato e adattato con il solo obiettivo di divulgare: arte, bellezza e storia.
Palazzo Como, che oggi ospita il Museo Filangieri, si trova in via Duomo a Napoli. La strada dei musei. Ed è proprio a pochi passi dal Museo del Tesoro di San Gennaro (dove è possibile accedere con uno speciale biglietto che permette di visitare entrambi i siti), dal Duomo, dalla Chiesa di San Giorgio Maggiore che troviamo il Museo civico voluto nel 1882 dal Principe Gaetano Filangieri, grande appassionato di arte e nipote dell’omonimo giurista e filosofo napoletano.
E’ proprio in questo palazzo che Filangieri individuava il luogo più adatto per realizzare la sua tipologia di museo civico formato sulle raccolte di sua proprietà e connesso a un programma di sviluppo civile e di progresso sociale della popolazione e della città di Napoli.
Il Palazzo che cammina
Palazzo Como venne edificato tra il 1464 e il 1490 dagli architetti Rubino di Ciolfo da Cava ed Evaristo da San Severo per ospitare la nobilissima famiglia che vantava come capostipite Riccardo, signore di Albignano e vicario di Carlo d’Angiò nel 1292. Su suggerimento di Re Alfonso d’Aragona fu ulteriormente abbellito e ampliato. I Como con la fine degli aragonesi andarono in disgrazia e furono costretti a vendere il palazzo che passò alla congregazione di Santa Caterina da Siena che gestiva l’attigua chiesa di San Severo al Pendino. Con la soppressione degli ordini religiosi nel 1806 la residenza passò alle vedove dei militari caduti nelle guerre e successivamente all’imprenditore Antonio Mennel che addirittura utilizzò gli spazi del palazzo per produrre birra.
Verso la fine dell’Ottocento per realizzare la nuova via Duomo, palazzo Como doveva essere abbattuto. Ma in molti si opposero così tra il 1885 e il 1890 il palazzo fu “smontato” pezzo pezzo e rimontato venti metri più indietro. Fu in quegli anni che venne scelta come sede delle collezioni d’arte donate dal principe di Satriano Gaetano Filangieri.

Il Museo
Filangieri, membro della Commissione municipale per la conservazione dei monumenti, propose di donare al Comune di Napoli le sue collezioni e di allocarle proprio a Palazzo Como. Il principe a sue spese fece progettare e realizzare gli interni per adattarli a sede espositiva. Dopo cinque anni di lavoro l’8 novembre del 1888 il museo fu aperto al pubblico. Da allora seguendo alterne fortune e vedendo anno dopo anno andar dispersa l’idea di sviluppo della società napoletana pensata dal Filangieri, il museo e la sua collezione venne segnata dal secondo conflitto mondiale e da successivi furti tanto che venne chiuso nel 1999. La riapertura al pubblico è stata possibile solo nel novembre del 2012 grazie all’azione dell’allora direttore Gianpaolo Leonetti e successivamente dalla costituzione di un’associazione e con i fondi della Regione Campania.



Sala Carlo Filangieri
Situata al piano terra e divisa in tre campate, accoglie i visitatori con l’esposizione permanente della collezione di armi antiche, accompagnate da una serie di sculture ottocentesche e reperti archeologici.






Sala Agata
Riaperta al pubblico il 5 dicembre 2015 è caratterizzata da una copertura a vetri per consentire un’illuminazione diffusa e da un pavimento maiolicato di rara bellezza e che contiene anche l’emblema della famiglia Filangieri. Alle pareti è possibile ammirare la collezione di quadri che espone principalmente dipinti del Seicento napoletano, tra cui opere di Jusepe de Ribeira, Luca Giordano, Andrea Vaccaro, Battistello Caracciolo e Mattia Preti. Lungo il perimetro superiore della Sala Agata è stato realizzato un corridoio in legno pregiato su cui sono disposti numerosi armadi con vetrine che espongono porcellane, ceramiche, maioliche e biscuit di pregiato valore artistico.
Biblioteca
Dalla Sala Agata è possibile accedere mediante pochi scalini alla biblioteca al cui centro campeggia la scrivania del principe. La biblioteca custodisce circa 30mila volumi e un archivio storico con documenti che vanno dal XIII al XIX secolo. In una vetrina è possibile anche ammirare il carteggio tra Benjamin Franklin (1706-1790) e Gaetano Filangieri (1753-1788), uno scambio epistolare, di documenti e libri che avvenne dal 1781 al 1787 e che rappresentano, di fatto, la cronaca del progetto politico dello statista americano e della Costituzione degli Stati Uniti d’America.




Un napoletano “padre” della Costituzione Americana
Gaetano Filangieri guardava al Nuovo Mondo come al luogo ideale dove implementare la sua Scienza della Legislazione e diventa di fatto uno degli studiosi che influenzò il pensiero di Benjamin Franklin. “Gli ideali di libertà e tolleranza che stavano rivitalizzando il pensiero filosofico e la riflessione politica dell’Europa illuminista – come scrive Giovanni Cardone – ostacolata dai vincoli del feudalesimo e delle monarchie restie ad ogni riforma, guardavano ai Tredici Stati Uniti d’America come al luogo in cui avrebbero potuto essere applicati concretamente, senza incontrare resistenza”.
Orari Museo
Lunedì – Venerdì dalle ore 10:00 alle 17:00 – (ultimo ingresso alle 16:30)
Sabato – Domenica dalle ore 10:00 alle 17:30 – (ultimo ingresso alle 17:00)