Scendere nell’abisso e risalire è possibile, un’autobiografia che lascia il segno
Davide Cerullo ha scritto un libro bellissimo. Bellissimo. “Se solo tu potessi vedere la bellezza che può nascere dalle ceneri“, ricordo questa citazione entratami in testa molti anni fa, durante un seminario, e mai più uscita.
Davide attraverso la sua autobiografia, ci racconta coraggiosamente come ha ingoiato quella cenere, come può essere quasi naturale per un bambino cresciuto nella periferia di Napoli negli anni 70 – privato di qualunque forma d’affetto – sprofondare nell’abisso. E quando ci cadi, in quell’abisso, da solo non ce la fai ad uscirne. Devi essere fortunato che qualcuno arrivi a salvarti. E avere un minimo di fede, che quella non guasta mai.
L’infanzia di Davide è stata scandita dai rumori della strada, la stessa che si sostituiva alla scuola, poco o quasi niente l’amore che lo ha sfiorato in quegli anni. Una famiglia numerosa, un padre assente ed una madre che si vede vinta e si piega anch’ella alla malavita.
Davide non ha punti di riferimento, se non quelli dei boss che a mano a mano, si susseguono nella governance delle Vele di Scampia. Finisce, inevitabilmente, dietro le sbarre. La solitudine del carcere inizia a smussare qualche angolo, arriva inaspettatamente una lettera da fuori, qualcuno non lo ha dimenticato. Una donna, la stessa di cui si era invaghito la sua prima estate al mare.
La sua anima si scuote: è la potenza delle parole quando vengono usate bene. L’uscita dal carcere e lo scontro con la realtà: l’illusione di essere diventato qualcuno in quegli anni. Davide non è nessuno per quell’ambiente putrido, per quella gente senza scrupolo e coscienza. Si sente svuotato, ed in quel momento i suoi occhi iniziano a cercare altro.
Poi arriva la luce. A volte basta un solo incontro giusto per cambiare il nostro destino, non dobbiamo fare altro che ascoltare quella “chiamata”. Davide c’è, vuole ascoltarla ed ascoltarsi, si lascia invadere da quella luce, che è amore.
Arriva il respiro profondo di una vita sana, lo stupore di scoprirsi migliori di quello che si credeva, come quella volta che nascosto nella grotta, Davide incontrò la neve.
La prefazione del libro è di Erri De Luca, per me un valore aggiunto. Le ultime pagine del testo sono dedicate a una preziosa e personale galleria fotografica che rimane forse la dimostrazione più viva dell’ambiente e delle vicende raccontate dallo scrittore.
Autore di diversi libri, Davide ha creato a Scampia “l’Albero delle Storie”, un’associazione di promozione sociale che si occupa di progetti educativi. Quando si dice testimoniare con la propria vita.
Il libro è edito AnimaMundi.