Il Presidente Adriano Gaito, ci racconta la storia di un patrimonio napoletano
Molti, forse troppi, napoletani ancora non conoscono la Fondazione “Circolo Artistico Politecnico”, tra le cui mura si sono svolti momenti straordinari della vita culturale partenopea. Alcuni di questi ci sono stati oggi raccontati, in un lungo e intenso dialogo, dalla passione e dal garbo del suo Presidente, il dott. Adriano Gaito.
Troppi napoletani ancora non conoscono l’illustre storia della Fondazione. Quali sono, a suo dire, i passaggi salienti?
Nella Napoli dell’800. il 22 dicembre 1888. F. Cortese, A. Mancini, F. Netti, V. Montefusco, T. Solari, V. Volpe, capeggiati da Dalbono e sostenuti da G. Caravita di Sirignano, hanno creato dal nulla uno strumento innovativo che ha prodotto negli anni una notevole valorizzazione dell’arte del Territorio: l’associazione “Società Napoletana degli Artisti”. L’Istituzione da sempre opera a sostegno dell’arte ed in particolare delle giovani promesse, in legame con l’Accademia di Belle Arti e con le Istituzioni.
In 133 anni di storia della Fondazione, non è esistito un settore della cultura che non abbia avuto una propria incidenza. Basta citare solo alcuni dei suoi illustri soci: Gemito, Palizzi, Verdi, Puccini, Cilea, Viviani, De Filippo, Di Giacomo, Murolo, Serao, Scarfoglio, Morelli. Su sua spinta, nel 1890, la “Società Napoletana degli Artisti” si aprì a uomini e donne di cultura. Nel 1893 nasce allora il “Circolo Artistico”, il primo con parità di diritti tra soci, senza distinzione di sesso. Molte sono poi le fusioni e le date importanti. Su tutte, nel 1902, il trasferimento nell’attuale sede di Palazzo Zapata (piazza Trieste e Trento 48), e nel 1907 la nascita vera e propria del “Circolo Artistico Politecnico”,
Sono Tutti falliti, durante la mia prima presidenza del Circolo (1984-1992), i miei tentativi di creare un “gruppo” di artisti del ‘900 alla maniera della Società fondatrice. Solo gelosia e invidia nei maestri del tempo. La riunione congiunta di pittori e scultori, nella nostra sala Comencini, si trasformò in una rissa, a stento sedata…
Quando e in che modo è mutata la situazione col passaggio a Fondazione e a Museo?
Con la trasformazione nel 1988, anno del centenario, da Circolo in Associazione, ci fu l’apertura al pubblico della sede, la volontaria fruibilità da parte di terzi (visitatori, studiosi, turisti) del museo, della biblioteca, dell’archivio storico, della fototeca e l’accoglienza ai non associati. L’Istituzione si è sempre allineata ai tempi, si è modernizzata nelle attività. Il 16 maggio 2017 si corona così un mio sogno cullato per oltre 30 anni: l’Associazione si trasforma in “Fondazione” per volontà dei Soci Fondatori. Questa vuole essere una raccolta di testimonianze di un percorso artistico culturale di 133 anni atto a sostenere l’arte napoletana nel mondo, ma anche espressione concreta ed esaltante della napoletanità.
Infine il MUSAP (Museo Artistico Politecnico), veicolo moderno creato dalla Fondazione nel 2019, che vanta oggi 600 opere pittoriche e scultoree, dell’800 napoletano, con significativi esempi di opere del ‘900 e del 2000.
Come sarà il futuro prossimo dell’Istituto?
Il mio progetto è rendere l’antico Circolo uno spazio pubblico di scambio, di formazione, di promozione sociale, di stimolo alla cooperazione attraverso l’arte, la musica, la letteratura, il teatro.
Il binomio arte/giovani in questo senso è ineludibile. L’arte, nelle sue variegate espressioni, in un’epoca di carenza di valori, è un grande mezzo per canalizzare energie, per educare.
Le nostre esposizioni, sin dal 1888, mirano a condividere storia e progetti con il Territorio, unica strada per consentire una rinascita attraverso un sano turismo culturale. Con il nuovo ciclo sperimentale, curato dal prof. Esposito, la Fondazione vuole coinvolgere e stimolare il visitatore, catturando la sua attenzione, cercando di spettacolarizzare le esposizioni. La mostra su Amendola è la prima iniziativa del MUSAP e con essa si avvia un nuovo ciclo che ci auguriamo raccolga successo nelle persone e nei media.
Abbiamo anche in programma il progetto SocialArte: l’arte a casa tua, teso ad avvicinare chi non può raggiungere un museo, i diversamente abili, anche mediante una forte implementazione tecnologica della struttura attraverso una raccolta fondi. Il resto della attività della Fondazione sarà dedicato al progetto globale “Racconto ad Arte”, che ha trovato il sostegno della regione Campania.
La Fondazione è aperta dal martedì al sabato dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 19.00.