La storia e le origini della Madonna del Parto di Pietro Belverte
Campania. E’ questa la Regione d’Italia dove è forse più sentita la devozione mariana. Qui ci sono Madonne che sono sette sorelle: la Madonna dell’Arco, la Madonna del Carmine, di Montevergine, dell’Annunziata, la Madonna delle Galline, di Piedigrotta e la Zingarella. Esiste però una deliziosa Madonnina anche nei Campi Flegrei, custodita, solo da qualche tempo, nel Museo Diocesano di Pozzuoli. In questa città di mare e di pescatori, numerose sono sempre state le confraternite religiose che hanno saputo mantener vivo il culto per la Madonna come quello dell’Assunta a Mare. A lei è dedicata una chiesa, proprio nel porto, e, lo specchio d’acqua in cui si rifletteva la sua piccola struttura, veniva in passato utilizzato come acqua benedetta per proteggere case, barche, vite.
Questa bella e delicata Madonnina, inginocchiata ed in preghiera, è denominata la “Madonna del Parto” ed è una pregevole statua lignea realizzata tra fine XV inizi del XVI dallo scultore Pietro Belverte. L’opera, che apparteneva al Vicerè Don Pedro de Toledo in persona, fu conservata per molto tempo in una delle chiese più famose di Pozzuoli, la chiesa del Carmine (XV-XVI secolo) detta anche Chiesa di Santa Maria della Consolazione. La chiesa è conosciuta anche con questo nome dopo i vari rifacimenti settecenteschi e dopo la nuova consacrazione avvenuta nel XVIII secolo ad opera del Cardinale Castaldo.
E’ una Madonna orante con volto e mani paffute, di legno dipinto e manto ondulato detta, popolarmente ed affettuosamente, “la Schiavottella“. Una Madonna semplice ed umana, carica di dolcezza e rotondità. Una Madonna – mamma, devota e paziente. Nel suo sguardo la frase: “Sia fatta la tua volontà“. Secondo antica tradizione, in un territorio dove la procreazione è sentita come evento miracoloso e potente atto d’amore, era proprio a lei che si rivolgevano, con fede, le donne partorienti. Nel 1800, anche uno dei sovrani spagnoli, coltivò per questa Madonna una profonda ed ostentata devozione. Quel re era Ferdinando II di Borbone: ogni qualvolta la sua consorte e regina Maria Teresa rimaneva incinta, si recava personalmente, con la regal famiglia, al cospetto della bella statua per chiedere protezione. Tutti, compresi i figli più piccoli, assistevano qui alla funzione religiosa e rivolgevano ringraziamenti e preghiere. La statua si trovava nell’altare della Madonna del Parto fatto erigere dal nobile puteolano Andrea Di Fraia nel 1750.
Lo scultore Pietro Belverte “de Venetiis civis neapolitanus”, così stranamente amava presentarsi pur essendo un bergmasco, fu un abilissimo intagliatore in legno e non era nuovo alla realizzazione di scene sacre. Pochi sanno che è suo anche il più famoso presepe nella chiesa di san Domenico Maggiore a Napoli collocato nel Cappellone di San Tommaso d’Aquino. Il suo stile si distingue per l’aspetto prettamente popolare delle sue figure ed un intaglio definito “pesante” ma le sue statue, secondo la moda tipica del XV secolo sono “dipinte ed alluminate e rabescate d’oro”.
Oggi la bella “Schiavottella” si può vedere nel Museo Diocesano di Pozzuoli inaugurato nel 2016 all’interno del Rione Terra: tra dipinti, sculture e opere d’arte, conserva 2000 anni della storia flegrea e del suo profondo rapporto col cristianesimo.