Nel libro edito da Oligo tra finzione e realtà il soggiorno caprese del padre dell’Unione Sovietica
Il rapporto tra Lenin e Anto ‘o muto e sullo sfondo l’isola di Capri di inizio ‘900. Lorenzo Beccati nel suo romanzo “Il Pescatore di Lenin” edito da Oligo Editore, fonda realtà storica e finzione narrativa portandoci a spasso tra gli scorci più suggestivi di Capri, che prima della rivoluzione del 1917 ospitò il padre fondatore dell’Unione Sovietica.
Beccati ci parla del rapporto tra Lenin e questo pescatore caprese che non parla, ma riesce a dialogare con tutti, che non chiede, che vive con poco e che lascia che sia il cliente a stabilire il prezzo, ma si attende il giusto da tutti. Un socialista ante litteram che prova a dare una risposta alle ingiustizie della società, ma la sua rivoluzione quanto inciderà sul pensiero di Lenin?
Ma perché il capo dei bolscevichi è stato a Capri? Perché era proprio all’ombra dei faraglioni che alcuni “compagni russi” fondarono una scuola politica, che Lenin di fatto non approvava. Ma l’interrogativo implicitamente accompagna tutte le pagine del romanzo che ci restituiscono la bellezza di Marina Grande, lo splendore dei Faraglioni, il fascino della Grotta Azzurra, l’immancabile piazzetta, il faro di Punta Carena, l’incontro con la famiglia Krupp e la famosa partita a scacchi tra Lenin e Bogdanov.
Un romanzo non del tutto affidabile storicamente – per stessa ammissione dell’autore – ma le parti più incredibili sono quelle realmente accadute.