
Dotata di artigli, mani e braccia lunghe, così puniva i bimbi disobbidienti
Eppure c’è stato un tempo in cui i mostri non erano globalizzati e i bimbi del mondo avevano il terror panico di mille e mille creature differenti, diverse, inquietanti e figlie della notte dei tempi. La paura è strumento didattico, forse il più efficace per i pupetti. Quasi più del pudore, della vergogna e dello sfottò. E ad insegnare ai bambini cosa fare e cosa non fare c’erano pure gli spiriti, le creature le più spaventose.
Tra le più brutte e perfide, oggi praticamente sconosciuta ai più, c’era Maria Longa. Oppure, Maria ‘a Longa. Maria, nome virginale per eccellenza stava a indicare un’esistenza drammaticamente interrotta, un destino incompiuto e, perciò, foriero di un presente di brace paranormale. ‘A Longa, la lunga, perché si presupponeva fosse alta o, quantomeno, dotata di artigli, mani e braccia lunghe lunghe capaci di abbrancare i bimbi discoli non usi ad obbedir mamma e papà che a loro raccomandavano di non sporgersi mai e poi mai dal balcone, dal davanzale, dalla ringhiera.
Maria Longa era lesta a prendersi i piccoli monelli e portarseli chissà dove. Si dice che lei fu la prima a subire questa trista sorte. La sua figura è simile, negli effetti, a quella delle fate, degli gnomi che non sono – ricordiamocelo perché la Disney ha fatto in merito più danni dell’Atomica – per forza buoni. Anche loro prendono i bimbi che non ubbidiscono ai genitori e se li portano lontano lontano, dove nessuno li può più né vedere né sentire.
Che bella metafora, questa che ci consegna la tradizione, per spiegare la morte ai più piccoli.