L’Hotel Terme Puteolane simbolo della bella époque negli anni ’30

La struttura, decadente ed abbandonata, fu luogo mondano che ospitò personaggi illustri del mondo della politica e dello spettacolo

Ci sono edifici che, consumati nel tempo dall’incuria e dall’abbandono, assumono l’aspetto di un’antica cartolina, di quelle ingiallite e consumate, un po’ tristi e nostalgiche ma sempre affascinanti. Hanno il potere di far immaginare e sognare tempi felici fatti di eleganza e cappelli piumati; la “cartolina”, in questo caso, risale agli anni ’30 della “Bella Epoque“.

Stiamo parlando di quella che fu, agli inizi del ‘900, una rinomata struttura alberghiera sopravvissuta alla guerra, costruita su una terra ballerina e rimasta attiva fino agli inizi degli anni 2000. È l’Hotel Terme Puteolane situato sul lungomare di Pozzuoli in una zona più conosciuta come località “La Pietra”, nome dovuto alle rocce proprio come quella gigante davanti all’albergo. Sta lì, addormentato e silenzioso, tra scogli e mare, cullato dalle onde, annichilito dall’incuria.

La struttura è ormai da anni totalmente in disuso, prima hotel poi centro benessere, fu definitivamente danneggiata con un crollo del solaio avvenuto nel 2014. Eppure, a Pozzuoli, quando si percorre il lungomare Pertini non si può non restare incantati da questa struttura avvolta nel suo vestito rosso e giallo fatto di stucchi e marmi; la sua facciata è maestosa, fa pensare ad un elegante teatro del’ 700. Fu voluto dall’imprenditore Crescenzo d’Alicandro con l’architetto Federico Sabino e sorse su un antico stabilimento termale distrutto nel medioevo in seguito all’eruzione del Monte Nuovo nel 1538.

Non deve stupire, questa è terra di zolfo e di acque termali le cui proprietà terapeutiche, già conosciute in antichità, hanno reso questi luoghi famosi  in tutto il mondo. Del resto un’antica locandina dell’epoca che pubblicizzava il lussuoso albergo recitava: “terme puteolane, bagni, fanghi, stufe naturali, soggiorno incantevole, aperte tutto l’anno“.

Luogo di cure e luogo mondano, le cronache raccontano di feste e balli organizzati nei cortili interni in presenza spesso di ospiti illustri come attori, politici o capi di Stato. Tra i personaggi più famosi si annoverano anche Totò, Eduardo De Filippo, Umberto II di Savoia ed il presidente della repubblica Enrico De Nicola. Testimonianze di quelli che furono alcuni degli ultimissimi ospiti della struttura, alla metà degli anni ’90, poco prima della chiusura, lo ricordano come un luogo già avviato ad un lento declino ma ancora con ambienti bellissimi come la reception piena di specchi, lampadari, stucchi e sofà. Si racconta anche di una giovanissima ragazzina di nome Sofia Scicolone che viveva poco lontano da lì, nella zona più alta della città di Pozzuoli, non molto distante dalla Solfatara, che amava passeggiare proprio nei dintorni dell’hotel sognando l’eleganza e il lusso di un mondo che, nel giro di pochi anni, l’avrebbe accolta come una regina.

Alle spalle della struttura, alzando lo sguardo si scorge l’imponente mole dell’Accademia Aeronautica Militare circondata da folta vegetazione. Altro simbolo di questa Pozzuoli antica e moderna. Non c’era ancora quando fu costruito l’albergo, è di circa trent’anni più “giovane”, la sua struttura è più futuristica ma, da lassù, pare avere gran rispetto per quell’edificio cullato dalle onde, bello e decadente, cartolina sbiadita di poesia e nostalgia.

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