Storia e leggenda della Petra Herculis adagiata nel golfo di Napoli
La chiamarono Petra Herculis, la roccia di Ercole. Oggi la conosciamo come lo Scoglio di Rovignano. Adagiato nel golfo di Napoli, l’isolotto vigila sulla costa di Torre Annunziata e di Castellammare di Stabia.
Il suo fascino è antico, almeno quanto le testimonianze storiche su di lei. Ne parla Plinio il Vecchio, che si sofferma sullo strano comportamento dei pesci che ne popolarono le rive e che qui – dicono le leggende – trovò la morte perché volle troppo avvicinarsi all’eruzione del Vesuvio per studiarne gli effetti. Le leggende d’epoca classica, inoltre, raccontano che qui si fermò Ercole, di ritorno dall’ennesima Fatica, per fondare le città di Ercolano e di Stabia, dare le istituzioni, specialmente religiose, ai popoli. Avrebbe sfrondato della cima il Faito, l’Eroe, per farne l’isolotto su cui riposarsi degnamente.
È raffigurato, inoltre, su quello straordinario documento che è la tabula Peuteringiana, la mappa antica riscoperta all’alba del Seicento e oggi custodita a Vienna, riportata su un lunghissimo rotolo di pergamena (più di sei metri e mezzo!) che dipinge tutto il mondo conosciuto all’epoca di Ottaviano Augusto e, probabilmente, redatta dal di lui genero, Marco Vipsanio Agrippa. C’è tutto il mondo, dalle Colonne d’Ercole fino all’Asia. C’è Oplonti e, di fronte a lei, quel “quadratino” di terra circondato dal mare.
Sormontata dalla Fortezza, si dice addirittura che sia abitata dallo spettro dolente di Donna Fulgida, gran dama longobarda, uccisa dal dolore di vedersi impiccato il marito e fatto schiavo il figlio dall’incursione dei saraceni.