L’opera in terracotta smaltata, datata 1492, è opera di Guido Mazzoni
Il Compianto è un particolare tipo di scultura che consiste in più figure dove al centro c’è Gesù morto deposto dalla croce ed intorno ci sono vari personaggi. Essi sono quelli che, secondo i testi evangelici, hanno assistito alla passione ed alla crocifissione: ovviamente Maria, la madre di Cristo con San Giovanni Evangelista e Santa Maria Maddalena, poi ci sono Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea, che aiutarono a deporre il corpo nel sepolcro. Ed infatti il cadavere di Gesù è il fulcro centrale della scena, è riverso a terra o tra le braccia della madre, è da poco spirato. Tutta la composizione di solito si caratterizza per pathos e tragicità, esprime appieno il senso della desolazione e disperazione che colpì i primi seguaci nel momento in cui, con la crocifissione, sembravano perse tutte le speranze. La croce issata sul Golgota era il vessillo della vittoria dei carnefici contro Colui che si era proclamato Figlio di Dio.
Il genere del Compianto sul Cristo morto si è diffuso sin dal Medioevo nel Nord Italia, molti sono gli artisti che si sono cimentati in questa particolare forma di arte. A Napoli, nella Chiesa di Sant’Anna dei Lombardi, nella Cappella Orilia o del Santo Sepolcro, se ne conserva uno meraviglioso, in terracotta smaltata e datato 1492, opera di Guido Mazzoni. L’artista, detto anche il Modanino perchè originario di quella città, fece del Compianto il suo cavallo di battaglia e ne realizzò molti, conservati a Busseto, Ferrara, Venezia. Nel 1491 fu chiamato a Napoli da re Ferdinando I d’Aragona, per il quale realizzò un busto che lo ritraeva in bronzo. Ma seguendo il testo de Le Vite de’ più eccellenti scultori, pittori e architettori italiani, opera monumentale di Giorgio Vasari che fondendo storia, gossip e leggende ci permette di ricostruire le vite degli artisti dal 1200 al 1500, scopriamo che:
“Modanino da Modena, il quale lavorò al detto Alfonso una Pietà con infinite figure tonde di terracotta colorite, le quali con grandissima vivacità furono condotte, e dal re fatte porre nella chiesa di Monte Oliveto di Napoli, monasterio in quel luogo onoratissimo; nella quale opera è ritratto il detto re inginocchioni, il quale pare veramente più che vivo; onde Modanino fu da lui con grandissimi premii rimunerato”.
Il bellissimo Compianto di Sant’Anna dei Lombardi cela, nei volti di Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo, le fattezze di Ferdinando I e di suo figlio Alfonso d’Aragona. Il Mazzoni volle così onorare i regnanti, consegnando i loro ritratti all’eternità. Nel gruppo scultoreo, intenso e drammatico, le donne sono impressionanti: abbiamo infatti Maria di Cleofa che si torce le mani e stringe i denti, la Madonna è colta nell’attimo in cui perde i sensi e si sta accasciando, Maria Maddalena da un urlo disperato e balza in avanti verso il corpo senza vita di Gesù, il tutto è di un realismo che spiazza, se si pensa che il Compianto di Guido Mazzoni è stato scolpito più di cinquecento anni fa.
Credits foto, Giovanni Allocca.