
All’interno della Certosa di San Lorenzo a Padula, continua la scoperta del territorio salernitano
di Maria Cristina Napolitano
Come se non bastasse la Certosa di San Lorenzo a Padula con il suo carico di storia, architettura ed arte tra cui girovagare, al suo interno troviamo anche il Museo Archeologico Provinciale della Lucania Occidentale, gremito di beni di grande interesse culturale.
Il museo nasce in seguito alle esplorazioni archeologiche susseguitesi a Padula e Sala Consilina a partire dal 1955, unendo ai nuovi reperti provenienti dagli scavi il materiale già acquisito sul finire dell’Ottocento. Inizialmente ad ospitare il museo fu il Refettorio; poi fu la volta della cella del Priore e poi definitivamente fu allestito nella sala “ad Elle” e nel chiostro dei Procuratori.
L’ultimo allestimento, datato al 2006, ha usufruito anche di un finanziamento della Regione Campania.
Il percorso espositivo diviso per ordine cronologico e topografico, prevede nel chiostro il lapidario e nelle sale reperti provenienti da Padula e Sala Consilina, con apporti da altri centri del territorio come Palinuro, Atena Lucana, con reperti datati dalla fine del X sec. a.C. al VI sec. d.C.
Nelle vetrine sono esposti i corredi delle tombe dell’età del Ferro rinvenute a Sala Consilina: olle biconiche usate come urne cinerarie, coperte con scodelle capovolte o elmi fittili. Per le sepolture maschili i segni distintivi sono gli elmi, simbolo dell’attività bellica, per le donne, gli utensili, fusaiole o pesi da telaio e gli ornamenti.
Notevole è la copia del modello in impasto di una casa (l’originale è al Museo di Salerno), rinvenuto nella tomba 63 in località Sant’Antonio, unico esempio del genere nelle necropoli coeve in Italia meridionale.
È esposto il corredo di una tomba, la n. 46, scavata nella necropoli di Valle Pupina nel 1959 con vasi in argilla figulina con decorazione lineare a vernice rossa, kantharos, coppette in bronzo, oinochoe, vaghi d’ambra e fibule.
Sono conservati anche i reperti rinvenuti in località San Cristoforo a Padula, durante gli scavi degli anni 1956-59 e pertinenti ad un’abitazione di II sec. a.C., tra cui notevole è il torso virile marmoreo con resti del panneggio sulla spalla.
Ancora corredi di necropoli questa volta da Padula che si caratterizzano per l’alta qualità dei vasi attici e con il caratteristico cratere-kantharos ai piedi del defunto.
Nel lapidario sono esposti lungo i portici del chiostro: basi onorarie, colonne e capitelli corinzieggianti e figurati, fatti della stessa pietra usata per due statue panneggiate acefale rivenute nel 1899 a sud della Certosa, probabilmente connesse con l’edificio a cui dovevano appartenere anche i capitelli.
Il costo del biglietto è incluso in quello della Certosa di Padula.