Pastorale Vesuviana. Il romanzo corale di Tonino Scala

Storie ordinarie che si intrecciano con gli avvenimenti e le cronache di un lembo di terra dimenticato

In un mese di ottobre che è appena iniziato ma che sa di giugno, in quei paesi della fascia vesuviana dove non esiste soluzione di continuità, si sfiorano e si intersecano le vicende di una serie di personaggi – apparentemente distanti tra loro per cultura, età, estrazione sociale – che invece condividono e combattono lo stesso senso di disperazione, di precarietà e di insoddisfazione.

Tonino Scala in Pastorale Vesuviana” (Utopia Edizioni), con un linguaggio diretto, dai toni crudi e fin troppo “realistici”, ci sbatte in faccia, come uno schiaffo o un pugno allo stomaco, le esistenze di chi ha perso la speranza e si trascina in un mondo in cui “lo strano, spesso, si confonde con l’ordinario”, un mondo in cui i ruoli si sovvertono ed essere vivi sembra quasi una condanna da espiare per chissà quale colpa.

Un mondo dal quale i più coraggiosi – o i più pavidi – fuggono a gambe levate prendendo quel treno che attraversa un nord che in realtà è pieno di sud, un treno che corre “mentre il Paese pensa al federalismo fiscale, all’autonomia differenziata, ai tagli alla sanità, ai migranti”.

Così, all’ombra di un silente Vesuvio, il gigante dormiente pronto a esplodere come una bomba a orologeria, l’autore ci conduce in un viaggio narrativo che attraversa Boscoreale, Terzigno, Torre Annunziata, Castellammare di Stabia, dove incontriamo Rosario, ultimo erede di una famiglia di fuochisti dal destino segnato; l’insonne Mimmo, che sta per perdere il lavoro e ha una famiglia da mantenere; Peppe ‘o Vichingo, spietato boss della camorra dagli evidenti problemi di erezione; Salvatore il latitante, colpevole di aver creduto al sistema meritocratico della malavita; Saverio, l’ultimo dei comunisti; Alì e Simon, vittime del caporalato, “conviti che la loro pelle sia nera per le inculature che la vita gli ha dato”; Anna, detta Dolceremì, laureata precaria dagli occhi tristi, cresciuta troppo in fretta per colpa di uno zio orco.

Sono tutte anime di una terra difficile, a tratti disumana, impoverita; anime verso le quali non possiamo non provare empatia perché le loro vite sono quelle delle persone che incontriamo nel treno, al mercato, in fila alla posta.

Tra loro, poi, ci sono quelli che scelgono di non farcela, schiacciati da un peso troppo grande; quelli che si affidano all’intercessione del Santo Patrono, perchè il divino riesce lì dove l’uomo non può; e quelli che, in qualche modo, resistono, perchè il fresco dell’autunno prima o poi arriverà e porterà, finalmente, un po’ di sollievo.

Tonino Scala (Krefeld, Germania, 1974) è scrittore, sceneggiatore, giornalista pubblicista e politico. Sposato, due figli, scrive per non andare in analisi. Ha collaborato e collabora con molte testate giornalistiche., ha fondato Sinistra e Mezzogiorno, già Presidente della Commissione Speciale Regionale Anticamorra, è autore di diversi saggi, romanzi e libri di narrativa per ragazzi. Da “Felicissime Condoglianze” è stato tratto un lungometraggio con la presenza di Sandra Milo. Il suo ultimo romanzo “Ed è subito sera”, la storia di Dario Scherillo vittima innocente di camorra, è diventato un film di cui è sceneggiatore, che vede Franco Nero tra i protagonisti.

Cerca Evento