Il borgo marinaro: culla di imbarcazioni, edifici seicenteschi ed antiche feste popolari
“Abbascio o’ mar”, “into o’valion”… Chiedete a un puteolano e saprà indicarvi esattamente il punto preciso in cui si trova una piccola chiesetta simbolo di Pozzuoli e molto cara ai pescatori del borgo marinaro. È la chiesa dell’Assunta a mare.
O’valione, per un puteolano, è quella parte della darsena, giù al porto di Pozzuoli, che pare prenda il nome da un antico galeone spagnolo affondato in queste acque. Ah, queste acque! Quante ne hanno viste e quante ne hanno fatte perché l’acqua è anche ciò che ha distrutto la più antica chiesetta seicentesca dedicata all’Assunta: fatale fu un violento maremoto il 4 dicembre del 1872.
Ma i pescatori non si persero d’animo e, a proprie spese, la fecero ricostruire in posizione più arretrata per essere protetta dalle mareggiate.
È bianca la piccola “Assunta”, isolata e solitaria circondata solo da imbarcazioni e reti di pescatori. Sono loro gli “apostoli” che la venerano e la proteggono e la Madonna, come sempre, ricambia questa antica devozione offrendo con amore protezione con le acque “sante” dello specchio di mare davanti a se’, i pescatori la usano per aspergere barche e reti prima di uscire per la pesca affinché sia “miracolosa”.
Eh già, Pozzuoli vive ancora ( grazie a Dio, non solo alla Madonna) anche di questo.
La pesca, i suoi riti e le sue tradizioni. Il pesce è sempre stato l’oro del mare ed il motore energico che alimenta quel mercato che è oggi, proprio a Pozzuoli, uno dei più grandi d’Italia. Non solo al mercato ma anche nel porto la mattina presto, se seguite il volo dei gabbiani, troverete pesci e polipi appena pescati pronti ad imbandire le vostre tavole con piatti al profumo di mare e tradizioni.
La chiesetta dell’Assunta a mare diventa la protagonista della città di Pozzuoli soprattutto in piena estate.
È qui che ogni 15 agosto, in suo onore, da secoli, si svolge la tradizionale “festa del pennone” (in dialetto puteolano ‘U Penn(e)one. In cosa consiste? Nel fissare alla banchina un lungo palo di legno sporgente a mare e al quale si colloca una bandierina in punta. È una gara: i concorrenti devono provare a camminare sul palo per afferrarla ma l’impresa risulta quasi impossibile poiché il palo viene preventivamente “lucidato” con del sapone e reso oltremodo scivoloso. Il risultato è un folkloristico gioco di salti e tuffi tanto acrobatici da far invidia ai migliori tuffatori del mondo.
Da poco tempo questa festa popolare, una delle ultime ancora vive a Pozzuoli, è stata iscritta tra gli inventari degli Elementi Culturali Immateriali della Campania (IPIC). L’ Assunta sta lì, si diverte anche lei in quei giorni di compagnia felice in cui esce dal suo isolamento. Sta lì a proteggere tutti, e stavolta non solo i suoi “apostoli pescatori”, ma tanta gente comune che, proprio in quelle acque pescose, si è moltiplicata come i pesci.