La Necropoli di San Vito, un luogo da visitare per catapultarsi nel mondo del I secolo d. C.
Uno dei fattori che ha consentito a Puteoli di diventare il porto di Roma è stato il collegamento con l’Urbe attraverso la via Consularis Puteolis – Capuam. Era una antica ed importantissima arteria di collegamento con Roma, tramite la quale il grano proveniente dall’Egitto veniva poi smistato.
La strada antica, il cui tracciato è ripreso dalla moderna strada, è fiancheggiata da entrambi i lati da edifici funerari, molti dei quali si trovano in località San Vito, dove sorge una piccola cappella dedicata al Santo.
Le costruzioni si sviluppano su tre livelli collegati da scalinate: negli ambienti ipogei troviamo sepolture a fossa, mentre i piani superiori sono destinati a cerimonie rituali. Il sito, esplorato nel 1930 dall’archeologo Amedeo Maiuri, è stato solo in tempi recenti oggetto di scavi sistematici.
La Necropoli di San Vito presenta strutture in opus reticolatum ed altre in opus latericium, con addirittura finte porte e finestre riquadrate da lesene. I contadini che qui coltivavano gli appezzamenti di terra hanno purtroppo contribuito ad alterare lo stato dei luoghi, spesso distruggendo anche ambiente mosaicati, mentre altre asportazioni e modifiche sono state fatte dai tombaroli e dagli scavi clandestini.
È anche vero però che la necropoli già in epoca tardo antica aveva subito modifiche: i colombari vennero affiancati da formae, ossia tombe a fossa ricavate perlopiù negli ambienti ipogei, mentre ai piani alti vennero impiantate delle tabernae deversoria. Erano una sorta di locande che sorgevano sulle strade di collegamento tra i centri cittadini piccoli e grandi dove i viaggiatori potevano riposarsi ed erano affiancate dalle culinae, luoghi dove si cucinava. Si conservano infatti ancora i banconi e pozzi collegati a cisterne per l’acqua.
Tutte queste caratteristiche rendono la Necropoli di San Vito un luogo unico nel suo genere, che vale la pena di visitare per catapultarsi nel mondo del I secolo d. C.