Il luogo che racconta uno dei momenti più violenti della “risalita” dell’Italia delle truppe angloamericane
Milleottocentocinquanta soldati alleati riposano al cimitero militare di Salerno. Che poi si trova a Pagliarone di Montecorvino Pugliano, a pochi chilometri dal capoluogo e in un’area che fece registrare alcuni dei momenti più truci e violenti della “risalita” dell’Italia da parte delle truppe angloamericane.
Erano in 23mila il 9 settembre 1943, sbarcarono a Paestum – poco più a sud – per attuare l’operazione Avalanche, la valanga che avrebbe dovuto travolgere l’Italia all’indomani dell’armistizio firmato soltanto il giorno prima dagli emissari di Casa Savoia e dal generale Castellano. Poco meno di duemila, però, si fermarono qui. Inglesi, americani, australiani e neozelandesi. Irlandesi e scozzesi, africani e pure qualche ebreo. Di ogni età, grado, corpo militare e qualifica. Non tutte le tombe hanno un nome: in centosette, ancora oggi, restano ignoti.
Il sacrario salernitano è gestito direttamente dal governo inglese, o meglio dalla Commonwealth War Graves Commission, una commissione apposita in seno all’organizzazione che riunisce tutti i territori appartenuti alla corona britannica. Il cimitero è stato progettato da Louis de Soissons, architetto inglese di chiarissime origini francesi. De Soissons nello sbarco perse un figlio e, quasi fosse un dovere alla sua memoria, finì per firmare i progetti di ben cinquanta sacrari militari inglesi in Italia tra cui, oltre a quello di Salerno, i memoriali di Fiesole, Roma e Cesena.
Sono tanti i visitatori che ancora oggi fanno tappa al Salerno War Cemetery. E con lo sviluppo del turismo a Salerno è aumentato anche il numero di persone, perlopiù inglesi e americani, che inseriscono nel loro grand tour della Campania una breve tappa a Pagliarone. La presenza del sacrario in zona, poi, s’è impressa a fondo anche nell’immaginario collettivo dell’area a cavallo tra i Picentini e la piana del Sele. Si raccontano alcune leggende, urbane, relative all’apparizione di fantasmi più o meno gentili nell’area intorno al camposanto.