
Sull’altare maggiore la pregevole statua che un tempo veniva ospitata sul grande carro del Battaglino
Nella Napoli cinque – seicentesca non era inusuale che nobili famiglie aristocratiche si facessero promotori della costruzione di edifici religiosi, come a voler conquistare, in questo modo, un pezzo di Paradiso. Nei popolosi Quartieri Spagnoli fu una donazione della nobile Ilaria d’Apuzzo a dare vita, nel 1560, ad un grosso complesso monastico, che poi regalò ai francescani: nasceva Santa Maria di Montecalvario. Fu la donna a far inserire nel suo testamento una clausola che obbligava i suoi eredi a dare ai fraticelli ben 250 ducati l’anno per tutte le loro necessità. Oggi la troviamo retta dai Padri Mercedari che arrivarono qui nel 1923 dalla Chiesa di Sant’Orsola a Chiaia.
La Chiesa è un vero e proprio gioiello: oltre le numerose tele del XVII e XVIII secolo, c’è un magnifico pavimento maiolicato datato intorno agli anni trenta del Settecento, quando la struttura fu completamente ornata di stucchi di gusto vaccariano. Sull’altare maggiore c’è la pregevole Madonna lignea seicentesca, al centro di una particolare processione. Pompeo Battaglino, appartenente all’Arciconfrafernita dell’Immacolata Concezione e Purità di Maria de’ Nobili, istituì nel 1620 una festa dedicata alla Madonna, che consisteva nella creazione di un grande carro monumentale in legno e stucco che ospitava al centro la statua, e veniva portato per i vicoli dei Quartieri fino ad arrivare a Via Toledo e tornare indietro. Col tempo la festa, che prese il nome di Battaglino dal fondatore, diventò sempre più grande, fino a quando i carri divennero quindici, uno per ogni mistero del Rosario. La grande festa fu poi soppressa nell’Ottocento.
In una delle sale attigue alla chiesa si conservano tutta una serie di busti di Santi. Uno è davvero interessantissimo ed è legato alla particolare devozione di Napoli alle anime del purgatorio: la monumentale Madonna del Carmine tra le anime purganti. Il gruppo scultoreo, datato tra la fine del XVIII e la prima metà del XVIII secolo, raffigura la Madonna, vestita con un abito di stoffa scuro, mentre pietosa guarda verso le anime in pena sotto di lei che ardono nel fuoco.
La devozione alla Madonna del Carmine (anche se il titolo preciso è Madonna del Monte Carmelo) nacque quando nel XII secolo alcuno eremiti si ritirarono in preghiera sul Monte Carmelo con l’intento di dedicarsi al culto mariano, su imitazione del profeta Elia. Da questa comunità nacque l’Ordine Carmelitano. Nel 1235 i frati dovettero abbandonare l’Oriente, a causa dell’invasione saracena, e fondarono vari conventi in Europa.

A Napoli arrivarono nel 1268 e la tradizione vuole che fondarono un piccolo convento per ospitare una miracolosa immagine che portarono in salvo, e che tuttora è lì presente nella grande chiesa del Carmine Maggiore di Piazza Mercato. Fu così che la Mamma Bruna arrivò nella nostra città fino a diventarne una delle protettrici, affianco San Gennaro.
La Madonna presente nella Chiesa di Montecalvario ha ai suoi piedi le anime del Purgatorio, e ciò si lega ad una apparizione del 16 luglio 1251 a San Simone Stock, all’epoca priore generale dell’Ordine. La Santa Vergine gli consegnò uno scapolare, in tessuto, facendo una solenne promessa: chiunque morirà avendolo addosso sarà salvato dalle fiamme del Purgatorio. È per questo che troviamo rappresentati uomini e donne che cercano la salvezza rivolgendosi alla Madre di Dio.