
Le sue origini ci riportano nel 553, quando il generale cristiano Narsete combatteva contro i Goti sulle sponde del fiume
Le origini del Santuario di Santa Maria della Foce si perdono tra storia e leggenda, riportandoci nel 553 quando il generale cristiano Narsete combatteva contro i Goti sulle sponde del fiume Sarno, che qui ha le sue sorgenti. La Vergine Maria apparve ad alcune donne che attingevano l’acqua sotto l’ottava arcata delle quindici bocche che alimentavano il Rio Foce.
La Chiesa originaria nacque quindi nel luogo della vittoria contro i Goti. Controversa è l’ipotesi di una ricostruzione del sacro edificio sulle rovine del precedente ad opera di San Guglielmo da Vercelli, che fondò anche l’Abbazia di Montecassino. Essendo il territorio soggetto ad alluvioni, che depositando materiali facevano innalzare il piano di calpestio è stata scoperta, a seguito di saggi nel terreno, una chiesa cinquecentesca coperta poi dai detriti a circa tre metri dal Santuario moderno: nella navata centrale infatti è stato lasciato a vista, tramite un buco, uno degli altari che ornavano la cinquecentesca cappella.
La Chiesa è a navata unica e presenta nella volta e sulle pareti affreschi opera di padre Aurelio Balzani, Rettore del Santuario nel periodo del dopoguerra e ideatore dell’attuale campanile del 1950, che richiama vagamente quello di San Marco a Venezia.
L’altare maggiore settecentesco, è sormontato dal maestoso trono della statua della Madonna col Bambino del XVI secolo. Le cappelle laterali sono sei, quattro a destra e due a sinistra. Molte sono le statue che decorano l’interno, alcune pregevoli scolpite da Nicola Fumo. Nella terza cappella di destra c’è una singolare copia della Annunciazione che Francesco Solimena ha dipinto per il transetto della Chiesa di Santa Maria Donnalbina a Napoli.