I reperti dell’antico porto nella galleria sottostante il Museo Archeologico Nazionale
Un museo nel museo: la Stazione Neapolis immediatamente all’uscita della metro di Napoli fermata Museo, racconta dell’evoluzione della città da Parthenope, la prima fondazione sulla collina di Pizzofalcone, a Neapolis nell’attuale centro storico, fino alla Napoli cinquecentesca del viceré Don Pedro da Toledo.
Nella galleria sottostante il museo, ad acceso libero, è presente la mostra permanente “Stazione Neapolis. I cantieri dell’archeologia”. Sono esposti i reperti rinvenuti in occasione degli scavi archeologici effettuati durante i lavori per la costruzione delle linee della metropolitana 1 e 6.
Sono esposti i rinvenimenti relativi alla zona dell’antico porto di Neapolis, le attuali Piazza Municipio e Bovio e alla spiaggia che coincideva con Piazza Nicola Amore.
Nella grande vetrina centrale ci sono i reperti provenienti dai fondali antichi, piccoli strumenti, monete,e oggetti in vetro, contenitori di derrate alimentari, ancore e un gran numero di reperti in ceramica di varia tipologia relativi a rifiuti urbani, al carico o alle dotazioni di bordo delle imbarcazioni, che attestano un’attività commerciale molto fervida che collega Neapolis alle città mediterranee dalla fine del IV secolo a.C. agli inizi del V secolo d.C.
Un incremento dei reperti attesta una vivacità nei consumi della città durante il I secolo avanti Cristo fino alla prima metà del I secolo dopo Cristo, con anfore di produzione locale e di importazione, coppe preziose, lucerne, materiali in vetro di importazione.
Molto interessante è il tema della marineria trattata attraverso l’esposizione delle attrezzature in legno delle barche, strumenti da pesca e da lavoro (aghi in legno per cucire le reti, cime, cesti in vimini, stuoie) e del modello di una delle imbarcazioni emerse dallo scavo di Piazza Municipio, una horeia ovvero una imbarcazione usata per la pesca e per la servitù del porto.
Un plastico riproduce il rinvenimento eccezionale delle tre imbarcazioni affondate nel porto tra la fine del I e la fine del II secolo d.C. a cui di recente si è aggiunto il rinvenimento di altri frammenti relativi a due relitti. Si tratta di navi commerciali marittime di medio tonnellaggio utilizzate per un commercio di piccolo cabotaggio.
È stato grazie al sedimento marino dei fondali del porto e la falda acquifera che successivamente ha invaso l’area che è stato possibile la conservazione oltre che dei relitti di numerosi reperti organici.
Nella zona portuale c’erano anche due impianti termali di cui in mostra si vedono resti di affreschi parietali.
Nella sala vi sono esposti i reperti provenienti dagli scavi della metro di piazza Nicola Amore dove vi era un’area dedicata dal II secolo avanti Cristo alle pratiche agonistiche al cui interno doveva esserci un complesso monumentale pertinente al Santuario dei giochi Isolimpici introdotti in età augustea a Neapolis come ad Olimpia. I concorsi si svolgevano ogni quattro anni con gare ippiche, atletiche e musicali. Ai concorsi partecipavano atleti provenienti da tutto il mondo e finanche le donne. I vincitori ricevevano una corona di spighe ma non mancavano premi in denaro per musicisti e teatranti. Il tempio, di cui sono in mostra alcuni elementi architettonici, era legato ai giochi e doveva possedere un portico alle cui pareti erano applicate lastre di marmo su cui erano iscritti in greco i nomi dei vincitori.
Quando cade in rovina nel V secolo dopo Cristo il tempio dei Giochi Isolimpici, l’area viene usata come cimitero, viene ricostruita la cinta muraria i cui resti sono stati scoperti lungo il margine settentrionale di Piazza G. Bovio e N. Amore. È in questo momento che il bacino portuale si impaluda e si insabbia provocando l’avanzamento della linea di costa e lo spostamento del porto di età bizantina verso l’attuale piazza Bovio.
Alcune info:
Aperto tutti i giorni: 9.00 – 19.30
Telefono: +39.081.4422149.