Il Teatro Verdi di Salerno, tempio del bel canto e della musica

Ottocentesco teatro a struttura lignea, fra i pochi in Italia, perfettamente conservato

La costruzione del Teatro Municipale Giuseppe Verdi, nell’area di Santa Teresa, ubicata nella zona occidentale di Salerno, fu deliberata dal Consiglio Comunale il 15 dicembre 1863, dopo le lentezze della burocrazia borbonica, su proposta del Sindaco Matteo Luciani.

Il primo progetto fu firmato dagli ingegneri De Luca e Petrilli nel 1844 e fu sottoposto a revisione dall’architetto Antonio Genovese. Il progetto definitivo e la direzione dei lavori furono affidati agli architetti Antonio D’Amora e Giuseppe Manichini che presero a modello il Teatro San Carlo di Napoli.

L’edificio fu costruito con un corpo di fabbrica lungo m. 65 e largo m. 35, con ai lati corti due corpi simmetrici che corrispondono alla zona d’ingresso e al retropalco. Il prospetto frontale propose lo schema neoclassico e, internamente, fu ripresa la pianta del teatro napoletano, ridotta ed adattata alle esigenze del Teatro Municipale di Salerno.

Nell’ottobre del 1869 l’edificio fu ultimato e iniziarono i lavori di decorazione che furono affidati a Gaetano D’Agostino. Il pittore fu affiancato da una nutrita schiera di artisti tra cui salernitani e partenopei come Domenico Morelli, Pasquale Di Criscito, Giuseppe Sciuti e Ignazio Perricci.

Il Teatro fu inaugurato il 15 aprile 1872 con la rappresentazione del Rigoletto e il 27 marzo 1901 fu intitolato a Giuseppe Verdi che era morto il 27 gennaio dello stesso anno.

Il disegno iconografico delinea con chiarezza la destinazione d’uso del luogo concepito come ‘tempio del bel canto e della musica’. Al centro del peristilio è collocata la scultura di Giovan Battista Amendola che raffigura Pergolesi morente, la cui funzione simbolica è quella di introdurre lo spettatore nello spazio interno dove si incontra, al centro del plafond, dall’alto di una balaustra Gioachino Rossini. Le muse gli fanno coreograficamente da corona tenendosi per mano nello scenografico cielo blu.

Alle spalle di Rossini, una sequenza di quadri, ispirati alle sue opere più significative scritte prima della partenza per Parigi come: Tancredi, Armida, Otello, il Barbiere di Siviglia, Mosè in Egitto e Semiramide.

La decorazione del sipario è affidata a Domenico Morelli che rappresenta la Cacciata dei Saraceni da Salerno, avvenuta nell’estate dell’871, quando i Salernitani, guidati dal principe Guaiferio, opposero resistenza agli invasori Amareni, capeggiati dal violento Abdila.

La trasposizione dell’opera sul telone di 122 metri quadrati fu affidata al siciliano Giuseppe Sciuti che dipinse tutte le figure e all’architetto barese Ignazio Perricci che elaborò la preziosa cornice. Essa costituisce la vera originalità del fastoso sipario con i suoi eleganti medaglioni giallo-azzurri.  

Capomastri, intagliatori e indoratori affiancarono il D’Agostino nella realizzazione delle decorazioni dove nei parapetti dei palchi spiccano putti, giganti e figure femminili che reggono medaglioni in cui sono ritratti poeti, pittori e musicisti.

Reso inagibile dal terremoto del 1980, il Teatro fu chiuso per quasi 14 anni e dopo i lavori di restauro, fu inaugurato il 6 luglio 1994. Il restauro ha riportato alla luce particolari storico-artistici che rendono ancora più prezioso l’ottocentesco teatro a struttura lignea, fra i pochi in Italia, perfettamente conservato.

Il Teatro ospita oggi, oltre alla Stagione Lirica, di Balletto e di Concerti, stagioni teatrali, rassegne, concerti, appuntamenti per i giovani, laboratori, stagioni di ricerca e visite guidate. 

a cura di Giuseppina Di Tuccio

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    Piazza Matteo Luciani, 1 Salerno
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