Il Tempio-Duomo del Rione Terra a Pozzuoli e le tracce della storia

Dal Capitolium alla Cattedrale dedicata ai Santi Procolo e Gennaro

di Maria Cristina Napolitano

Alcuni monumentipermettono di ricostruire con grande facilità le vicende storiche che su di esso si sono susseguite. Un libro e un racconto a cielo aperto sono molto spesso i siti archeologici, le chiese, le strutture su cui, in un incessante movimento, si sono scolpiti i segni della storia.

Un luogo particolarmente suggestivo e di chiara lettura nelle fasi di evoluzione storica, artistica e nelle vicende legate al restauro è il Duomo-Tempio del Rione Terra a Pozzuoli.

LA STORIA. I monumentali resti del tempio di età augustea sono oggi inglobati nelle murature della cattedrale di San Procolo e Gennaro a Pozzuoli – la colonia romana Iulia Augusta Puteoli fondata nel 194 a.C.

Il tempio augusteo, che a sua volta aveva inglobato un Capitolium di età repubblicana dedicato alla triade capitolina Giove, Giunone e Minerva, rientrava nel progetto di riformulazione urbanistica voluto da Augusto sul promontorio del Rione Terra. Il tempio era su alto podio, in marmo lunense, con sei colonne sulla fronte e nove semicolonne sui lati lunghi; delle scale laterali permettevano l’accesso al pronao.

Lucio Cocceio Aucto fu l’architetto del tempio, come è menzionato su uno dei blocchi della struttura. Un codice rinascimentale riporta invece la trascrizione dell’epigrafe dedicatoria posta originariamente sull’architrave, col nome del committente Lucio Calpurnio

L’invasione dei goti nel 410 e il bradisismo furono le cause dell’abbandono della città e la decadenza del sito. Nel VI secolo il tempio fu rifunzionalizzato ospitando la cattedrale cristiana sancendo anche il ricordo del passaggio dell’apostolo Paolo sbarcato a Pozzuoli durante il suo viaggio verso Roma, come viene raccontato negli Atti degli Apostoli.

Nel XVII secolo il vescovo spagnolo Martin de León y Càrdenas coinvolse nel restauro del tempio i migliori artisti del tempo, che racchiusero le spoglie marmoree del tempio romano all’interno di un gioiello di arte barocca.

La riscoperta del tempio, la cui immagine era ancora trasmessa da disegni rinascimentali, fu del tutto casuale ed accidentale: un devastante incendio all’interno del Duomo nel 1964, riportò alla luce le murature antiche.

IL RESTAURO. Il Duomo ha riaperto i battenti l’11 maggio 2014 dopo un restauro durato circa 10 anni e 50 di chiusura al pubblico.

I lavori erano iniziati 4 anni dopo l’incendio ma furono bloccati più volte negli anni. Nel 1970 per il bradisismo che portò all’esodo dalla rocca dei 5mila residenti, nel 1980 per il terremoto e nel 1994 per la disputa tra i tecnici delle Soprintendenze, della Regione e della Curia vescovile sulle modalità del restauro. Per decidere sulle sorti e le modalità del progetto di restauro si decise di risolvere indicendo un concorso internazionale nel 1998, che fu vinto dal team dell’architetto fiorentino, Marco Dezzi Bardeschi, che ha finalmente restituito al pubblico e al culto il Duomo del Rione Terra. Nella facciata di ingresso un portale in vetro ricostruisce il pronaos colonnato del tempio; da qui superando la cella, in cui si vedono i tagli effettuati nelle colonne per la costruzione della chiesa, si giunge nella parte absidale di epoca barocca; nel soffitto l’illuminazione ricostruisce le stelle effettivamente presenti nell’anno del passaggio di San Paolo apostolo a Pozzuoli.

Anche i capolavori del Lanfranco, di Artemisia Gentileschi, del Beltrano, che sono solo alcuni dei tesori del duomo, sono ritornati al loro posto, immersi in un ambiente barocco.

Il lavoro di restauro ha rispettato i segni del tempo visibili sul monumento, mantenendo visibili e ben identificabili i passaggi dall’epoca romana a quella rinascimentale-barocca, garantendo la continuità dell’intero complesso all’uso e alla fruizione futura.

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    Rione Terra, 80078 Pozzuoli NA
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